ambiente

Torbiere del Sebino, un paradiso soffocato dalla discarica sommersa

di Cinzia Reboni
La campagna di rilievi fotografici dei droni dell’Arpa porta alla luce la crosta di scorie sedimentate su un fondale di 80 mila metri quadri. In profondità ammassati rottami plastica, imballaggi, pneumatici
Torbiere del Sebino: un canneto soffocato dai rifiuti plastici
Torbiere del Sebino: un canneto soffocato dai rifiuti plastici
LE IMMAGINI DEI RIFIUTI

Sacchetti, plastica, pneumatici, imballaggi, gabbie metalliche, vecchie nasse per la pesca. Addirittura una barca. Rifiuti sedimentati tra loro che formano una crosta sui fondali. Una massa di scorie che sta soffocando le Torbiere del Sebino, una delle zone umide più pregiate e delicate d’Europa.

I rifiuti si stendono a perdita d’occhio nella zona della Riserva circondata dai canneti che va da Sassabanek a Clusane. La dimensione dello scempio ambientale emerge in tutta la sua drammaticità dall’esito della campagna conclusa dall’Arpa che, servendosi di una flotta di droni, ha sorvolato l’area a 25 metri di quota fotografando la discarica sommersa.

«Grazie ad una camera ad alta risoluzione, sono stati scansionati circa 80 mila metri quadrati - spiega il direttore di Arpa Brescia, Fabio Cambielli -, ma l’area coinvolta è più vasta, e impatta su circa 800 mila metri quadrati. In casi come questo, il drone è l’unico modo per fotografare con precisione la situazione. Il “campionario“ di rifiuti che si vede sott’acqua è davvero impressionante». L’intervento «era in programma già da tempo - ammette Cambielli -, ma abbiamo raccolto l’sos lanciato da Legambiente, che da tempo denuncia questa situazione di degrado».

Una delle zone delle Torbiere fotografata dal drone dell'Arpa: sul fondale rifiuti e il relitto di una barca
Una delle zone delle Torbiere fotografata dal drone dell'Arpa: sul fondale rifiuti e il relitto di una barca

«Ci siamo sempre scontrati contro la manifesta incapacità di affrontare il problema - sottolinea il presidente del Circolo di Franciacorta, Silvio Parzanini -. Finalmente, grazie all’Arpa e alla sensibilità del suo direttore, è stato portato alla luce lo scempio che sta avvenendo in questa oasi naturale. Ora chiederemo il piano di caratterizzazione per conoscere la consistenza di questa massa di rifiuti e fare in modo di rimuoverli. Anche l’ente di gestione della Riserva finalmente ha ammesso che l’intervento va fatto, ma sostiene che i soldi ci saranno solo nel 2023. Bisogna invece intervenire velocemente».

«I Comuni dei lago d’Iseo hanno a disposizione oltre 1,6 milioni di euro di finanziamenti per interventi di valorizzazione del demanio lacuale, di sviluppo della navigazione turistica e di linea delle acque interne - aggiunge Parzanini -, ma le Torbiere non rientrano in questi “piani“. La zona delle Lamette, dove nidificano gli uccelli acquatici, è quella messa peggio. I canneti fanno da pettine e trattengono rifiuti di ogni tipo, che arrivano dal lago e dal fiume Oglio».

Nei giorni scorsi è esploso anche il «caso» del taglio di alcune decine di alberi, alcuni anche molto longevi, scatenando le proteste degli ambientalisti, sfociate in un esposto alla magistratura, al ministero della Transizione ecologica, alla Regione, alla Provincia ed ai Comuni coinvolti nella gestione della Riserva, abbinato alla richiesta di porre sotto sequestro l’area danneggiata «per evitare ulteriori ferite all’ambiente».

Il massiccio taglio a raso, all’interno del confine nord della Riserva, che per gli ambientalisti è «un vero e proprio scempio», è stato giustificato dal presidente delle Torbiere del Sebino, Gianbattista Bosio, come un «intervento dovuto per la sicurezza di tutti».

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