«Soffocato dai
debiti volevo
fare una strage»

di Mario Pari
Gli avvocati Turano e Flossi
Gli avvocati Turano e Flossi
Gli avvocati Turano e Flossi
Gli avvocati Turano e Flossi

Martellate per «abbattere» un muro che si era trovato di fronte. Un muro che vedeva solo lui, ma che gli impediva di trovare la strada per uscire dal problema che lo attanagliava da tempo: i debiti. Con quelle martellate, Giuseppe Vitali, 59 anni, ha colpito la moglie e la figlia intenzionato poi a farla finita. Non solo.

 

L’INTERA VICENDA, avvenuta tre notti fa a Coccaglio, è stata ripercorsa ieri mattina nell’interrogatorio di convalida dell’arresto di Vitali. Il 59enne, assistito dagli avvocati Francesca Flossi e Federica Turano non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha risposto per mezz’ora alle domande del giudice Lorenzo Benini. Ha fornito la propria versione di una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze molto più pesanti. Una versione, in cui, hanno spiegato gli avvocati al termine dell’udienza di convalida non è stato detto alcunché di diverso rispetto a quanto «dichiarato nell’immediatezza dei fatti». «Volevo uccidere la mia famiglia e poi dare fuoco a casa e farla finita, l’ho vista come unica soluzione per i miei problemi economici», ha ammesso Giuseppe Vitali. L’ agricoltore ha svelato di avere contratto debiti per circa centomila euro. «Volevo liberare tutta la famiglia da questo problema», ha spiegato in lacrime durante l’interrogatorio in carcere. Questo si è concretizzato nella decisione di trascinare anche loro nel dramma dalle conseguenze irreversibili. A colpi di martello e poi, con ogni probabilità, ricorrendo alle fiamme.

 

IL MAGISTRATO ieri mattina ha ascoltato, ha posto domande. Gli avvocati non hanno chiesto misure meno afflittive, se ne riparlerà più avanti. Ma, a riprova che da parte dei familiari c’è comprensione nei confronti di Giuseppe Vitali, si registra la disponibilità del fratello della moglie ad ospitarlo nella propria abitazione nel momento in cui la misura cautelare dell’arresto in carcere dovesse essere trasformata negli arresti domiciliari. Nel pomeriggio il giudice ha depositato l’ordinanza con la decisione relativa alla convalida e alla misura cautelare. L’arresto è stato convalidato e Giuseppe Vitali rimane in carcere. Nell’ordinanza il magistrato fa riferimento ai «gravi indizi di colpevolezza sussistenti» anche a fronte dell’integrale confessione resa. Nell’interrogatorio Vitali ha «chiarito la difficile situazione psicologica e le motivazioni del gesto».

 

UNA SITUAZIONE complessa che potrebbe anche portare alla richiesta di una perizia da parte della difesa. Ma quello che anche ieri è apparso in modo molto evidente è che le conseguenze dei gesti di Giuseppe Vitale avrebbero potuto essere molto più pesanti. La convinzione che ormai tutto era arrivato a un punto irreversibile e che solo le martellate con cui ha colpito moglie e figlia nella notte avrebbero impedito loro di vivere con il fardello del debito accumulato da lui si stava trasformando in un mix micidiale. Senza ritorno. I fatti rimangono comunque molto gravi, ma certamente da ieri tutto è ancora più chiaro.

 

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