A Pezzo il bosco «sacro» prova a rialzarsi

di Lino Febbrari
Il legname recuperato sarà utilizzato soprattutto per alimentare le centrali termiche a biomassaUna quindicina gli ettari di bosco danneggiatiI  lavori saranno sospesi durante il mese di agosto
Il legname recuperato sarà utilizzato soprattutto per alimentare le centrali termiche a biomassaUna quindicina gli ettari di bosco danneggiatiI lavori saranno sospesi durante il mese di agosto
Il legname recuperato sarà utilizzato soprattutto per alimentare le centrali termiche a biomassaUna quindicina gli ettari di bosco danneggiatiI  lavori saranno sospesi durante il mese di agosto
Il legname recuperato sarà utilizzato soprattutto per alimentare le centrali termiche a biomassaUna quindicina gli ettari di bosco danneggiatiI lavori saranno sospesi durante il mese di agosto

Lungo la strada che sale fino a Case di Viso, appena dopo il piccolo borgo di Pezzo, nel punto in cui si trova (seriamente danneggiata dall’ondata di maltempo) l’area faunistica del Parco dello Stelvio, sono in corso le operazioni di taglio e rimozione delle centinaia di alberi schiantati la sera del 29 ottobre dalla violentissima perturbazione che in pochi minuti ha provocato gravissimi danni al patrimonio forestale in diverse zone della Valcamonica. I LAVORI. Da un paio di mesi ormai i boscaioli alle dipendenze del Consorzio forestale Due Parchi e di un’azienda boschiva sono all’opera per ripulire la grande area dall’ingente quantitativo di ramaglie, rami e tronchi spianati dalle raffiche di vento. «In questa prima fase finanziata da fondi regionali e progettata dalla Comunità Montana - spiega Riccardo Mariotti, direttore dell’ente consortile dell’alta Valle - ci stiamo concentrando su una linea di esbosco - il legname appeso alla fune metallica di una teleferica «vola» sull’altro lato della vallata - mentre a partire dalla prossima settimana è previsto l’utilizzo di un elicottero per operare in un punto che è difficilmente raggiungibile con altri mezzi di trasporto». Il bosco alle spalle della frazione di Pontedilegno è considerato «sacro» dai residenti perché da tempo immemorabile protegge le abitazioni dalle valanghe. Gli ettari distrutti complessivamente dalla tempesta ammontano a una quindicina. La maggior parte dei circa cinquemila metri cubi di legname da recuperare non è di buona qualità, pertanto viene sminuzzata e andrà ad alimentare i bruciatori delle centraline del teleriscaldamento funzionanti a biomassa, mentre una minima parte finirà in segheria o verrà impiegata in opere di ingegneria naturalistica. LE FINALITÀ dell’intervento in atto sono anche rivolte alla riapertura dei grandi recinti che erano diventati la casa di camosci, caprioli e stambecchi, e meta durante la bella stagione di scolaresche e comitive di visitatori. «Effettivamente oltre che ai tagli dovremo pensare anche al recupero della struttura faunistica - osserva ancora Mariotti - Il nostro obiettivo primario è recuperarla prima possibile per rimetterla a disposizione degli animali selvatici e dei visitatori». La bonifica di questa splendida area naturalistica racchiusa all’interno del Parco dello Stelvio verrà completata entro la fine del mese di luglio. «Ovviamente in agosto da queste parti è praticamente impossibile lavorare - prosegue il direttore - Troppe persone si muovono in questa zona e raggiungono questa località per escursioni e passeggiate. Nelle altre zone colpite dal disastro di fine ottobre proseguiremo invece fino all’autunno, e sicuramente per portare a termine tutti gli esboschi dovremo impegnarci anche il prossimo anno». I danni lasciati in eredità dalla buriana di fine ottobre sono ingenti e diffusi: per cancellare le tracce del passaggio dell’eccezionale ondata di maltempo serviranno ulteriori interventi e, soprattutto, fondi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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