Il suo contributo alla causa non è stato certamente secondario, perché anche grazie a lui la pratica della transumanza è stata iscritta recentemente nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità dell’Unesco. Tino Ziliani, 67 anni, camuno, presidente dell’Associazione pastori lombardi e pastore lui stesso, è scomparso improvvisamente l’altro giorno dopo essere stato colpito da un malore. I funerali si sono svolti ieri a Vissone di Piancamuno dove risiedeva con la famiglia. Oltre che nel bresciano era assai conosciuto ed apprezzato nella vicina bergamasca per l’amore e la preparazione che metteva nella professione. Ziliani era noto soprattutto perché da sempre era il portavoce dei pastori e ne tutelava i diritti ed i loro interessi ed era fra i fautori del Festival del pastoralismo che si svolge annualmente a Bergamo e promotore di convegni ed incontri che mettevano al centro questa non facile professione. PROPRIO in valle la sua presenza si è fatta sentire anche per l’impegno da lui profuso nella riscoperta del «gaì», il linguaggio dei pastori. Ed a riguardo di quest’idioma va ricordata la collaborazione prestata al progetto in corso del Distretto culturale «Lingua transumante», volto a ricostruire l’«impenetrabile» dialetto, attraverso la sua testimonianza e quella dei tanti colleghi. Lo ricorda con affetto e tanta ammirazione Lino Balotti dell’associazione culturale «El Teler», impegnata con altri gruppi nel progetto che persegue «la ricerca dei segreti della vita del pastore e dei suoi modi di comunicare con chi divideva questa vita di sacrificio». •