Alco, una storia difficile in trincea dagli anni ’90

di Luciano Ranzanici
Braone  Quello che resta del centro commerciale Alco mai diventato realtà
Braone Quello che resta del centro commerciale Alco mai diventato realtà
Braone  Quello che resta del centro commerciale Alco mai diventato realtà
Braone Quello che resta del centro commerciale Alco mai diventato realtà

Non più tardi di una decina di giorni fa L’Alco grandi magazzini spa della famiglia Conter di Rovato, attraverso lo Sportello unico delle attività produttive ha comunicato al Comune di Braone che avrebbe sospeso temporaneamente (per un anno) l’attività del centro «AltaSfera Cash&Carry», un ingrosso di alimentari. È l’ennesima riprova della situazione di grande difficoltà del colosso alimentare bresciano, che proprio nel paese della media valle, nei primi anni ’90, aveva iniziato a realizzare un grande centro commerciale, dopo che il gruppo Conter si era assicurato l’area ex Labi/Bassetti. Risale al 1989 la richiesta di costruzione dell’immobile che però un grande concorrente del settore, la Sermark dello scomparso Cassiano Serventi (il promotore, nel 1993, dell’apertura del centro commerciale Adamello a Darfo) riuscì a bloccare quando il complesso alimentare aveva già una struttura avanzata. Da allora lo scheletro di quello che doveva diventare un riferimento per gli acquisti della media valle è lì, sempre più cadente, con parcheggi nei quali cresce l’erba. Doveva ospitare un centro commerciale con galleria e ristorante, un parcheggio da centinaia di posti auto e, si diceva, anche una multisala cinematografica. Grazie alla battaglia dell’avvocato Silvano Canu, legale della famiglia Serventi, l’opera rimase incompiuta e il centro commerciale Adamello, senza più un serio competitore, è diventato una potenza nell’ambito alimentare e non solo. Da una cittadella commerciale mai nata a un ingrosso in affanno. Negli ultimi mesi AltaSfera aveva ridotto nettamente l’attività a Braone, gli scaffali si sono gradualmente svuotati fino alla decisione della proprietà di chiudere. Sergio Mattioli è sindaco del paese da due anni circa, e ricorda che «all’inizio dello scorso anno l’azienda di Rovato aveva presentato domanda per avviare l’iter dell’autorizzazione all’apertura del centro commerciale, facendoci sperare di veder risolta finalmente una situazione che si trascina ormai dal 1987». Difficilmente se ne farà qualcosa. Al momento della chiusura, l’Alco in versione ingrosso occupava a Braone una trentina di dipendenti, nove dei quali residenti proprio in paese: due di questi ultimi se ne sono andati da via Provinciale licenziandosi prima che il cash&carry cessasse l’attività. •.

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