Dopo più di due mesi all’insegna di grandi difficoltà, poco alla volta le Rsa dell’alta Valcamonica stanno cercando di tornare alla normalità regalando più tranquillità e sicurezza agli ospiti e loro ai familiari; anche con importanti interventi di sanificazione dei locali e degli spazi comuni. Ma in tutte le realtà rimane intatta la grande preoccupazione per un futuro che resterà incerto dal punto di vista economico se a breve la Regione Lombardia non autorizzerà nuovi accessi. INIZIAMO dalle operazioni di sterilizzazione portate a termine grazie al supporto logistico dell’Ana di Valcamonica e al lavoro dei militari del settimo reggimento Nbc Cremona di stanza a Civitavecchia nelle strutture delle fondazioni «Monsignor Carettoni» di Ponte di Legno (nella giornata di lunedì) e «Giamboni» di Edolo ieri, mentre oggi sarà la volta della «Don Ferraglio» di Malonno. «Oltre a tutto il lavoro fatto quotidianamente dai nostri splendidi operatori - osserva Leonardo Toloni, presidente della residenza di Ponte -, questa ulteriore, totale sanificazione effettuata in ogni punto dell’edificio è importantissima. Siamo profondamente riconoscenti agli specialisti dell’esercito e ai volontari della Protezione civile dell’Ana per il prezioso supporto che ci hanno fornito». Nell’ambito delle numerose inchieste avviate dalla magistratura sulle troppe morti registrate nelle case di riposo, anche a Ponte recentemente è arrivato il Nas dei carabinieri. «Una cosa giusta - premette Toloni -. Prima abbiamo avuto un’ispezione dei tecnici dell’Ats, successivamente del Nas, e hanno avuto modo di verificare che tutto si è svolto secondo i protocolli indicati da Regione e Ats. Di conseguenza siamo più che tranquilli sul fatto che non ci saranno sviluppi penali». DICEVAMO delle difficoltà finanziarie in cui si trovano le Rsa a causa dei molti letti liberi. «Nei più di due mesi di clausura che ci sono stati imposti, bloccando anche l’accesso dei nuovi ospiti, la lista di attesa si è di molto allungata - afferma il presidente -. E ora tutti scalpitano perché sanno che, purtroppo, il coronavirus ha contribuito a liberare 14 posti. Visto che la situazione emergenziale sta migliorando, penso che prossimamente potremo riaprire le nostre porte». Rispetto ad altre Rsa la Carettoni ha solo il 50% degli ospiti accreditati, ovvero la Regione contribuisce alle spese per la metà delle presenze; un motivo di preoccupazione in più per il consiglio di amministrazione della Fondazione. «I letti liberi per noi costituiscono un mancato introito, e 14 creano un importo per noi rilevante. Ci auguriamo un aiuto dei sei Comuni dell’Unione cui fa riferimento la Carettoni e degli enti sovraccomunali valligiani - conclude Toloni -. Inoltre contiamo sulla Regione, perché ci dia la possibilità di aprire al territorio e di far entrare al più presto nuovi ospiti per pareggiare i conti. O perché in alternativa intervenga con sostanziosi contributi». •