Arte e artigianato, verso il paese laboratorio

di Lino Febbrari
Alcuni «pezzotti» esposti nella Sala della comunità di MonnoLa presentazione del progetto di promozione del territorio Cà Mon
Alcuni «pezzotti» esposti nella Sala della comunità di MonnoLa presentazione del progetto di promozione del territorio Cà Mon
Alcuni «pezzotti» esposti nella Sala della comunità di MonnoLa presentazione del progetto di promozione del territorio Cà Mon
Alcuni «pezzotti» esposti nella Sala della comunità di MonnoLa presentazione del progetto di promozione del territorio Cà Mon

C’è un progetto ambizioso che punta a trasformare un piccolo agglomerato in un grande laboratorio per salvaguardare e sviluppare l’artigianato della montagna. Ma anche per sperimentare altre forme artistiche in continuità con le rassegne d’arte contemporanea «Aperto_art on the border» e «Wall in art»: due esperienze di successo promosse negli anni scorsi dal Distretto culturale di Valcamonica. Lo hanno battezzato «Cà Mon», perché sarà Monno, il borgo dell’alta valle aggrappato alle pendici del Mortirolo, a concretizzarlo. I contenuti sono stati svelati ufficialmente sabato scorso nella sala della Comunità, con una lunga presentazione (dalle 16 a dopo le 22), punteggiata da esaustive relazioni e appassionati suggerimenti, e chiusa dall proiezione del film «Interdependence», una pellicola girata da 11 registi internazionali che narrano l’ambiente e il cambiamento climatico, con le conclusioni di Adelina Von Furstenberg, fondatrice di Art for The World e produttrice dell’opera collettiva. Cà Mon è nato dalla volontà del Comune di riqualificare il vecchio asilo per creare lì uno spazio polifunzionale nel quale mettere a frutto gli antichi saperi, le tradizioni e la manualità non solo della gente di Monno, ma di tutta la valle. UNA VOLTA rimessa a nuovo, la struttura al centro dell’abitato, dove fino a pochi decenni fa le suore educavano i bimbi, diventerà il punto di riferimento per la salvaguardia del patrimonio culturale materiale e immateriale locale, farà da polo per la creazione condivisa di percorsi di aggregazione e per sviluppare nuovi esperimenti di valorizzazione culturale. Diventerà, insomma, un contenitore per arte e artigianato, grazie all’organizzazione di corsi e di laboratori e all’apertura di una residenza di artisti. «Questo centro che abbiamo pensato - spiega Stefano Boccalini, direttore artistico dell’iniziativa - prima di tutto sarà a disposizione di tutti gli abitanti. Poi la nostra idea di fondo è quella di far ripartire qui le pratiche artigianali che si stanno perdendo. Quindi, attiveremo dei laboratori per insegnare ai giovani, o a chi vorrà apprendere queste pratiche, la tessitura dei famosi pezzotti, l’intreccio del legno per costruire gerle e cestini e la lavorazione della lana. All’insegnamento affiancheremo delle residenze artistiche nelle quali porteremo artisti di livello internazionale - conclude Boccalini -, per rinnovare queste lavorazioni e farle diventare anche piccole attività economiche». La concretizzazione del progetto sarà possibile grazie al contributo di Fondazione Cariplo e Regione, alla collaborazione della coop sociale Il Cardo di Edolo, dell’Unimont, di Segno artistico, del Linificio canapificio nazionale e di Comunità montana e Bim. «Da sempre riserviamo attenzione ai piccoli centri, in valle ce ne sono 13 sotto i mille abitanti - afferma Attilio Cristini, vicepresidente vicario della Comunità -. Monno è uno di quelli in cui si stanno approfondendo gli aspetti di qualità che il territorio esprime. Da qui la necessità di ripensarli perché diventino risorse per dare anche un nuovo senso al vivere qui». •

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