È stato un sabato movimentato per i soccorritori camuni e gli elicotteri del 118 di Brescia e Sondrio. Il primo intervento è avvenuto pochi minuti prima delle 10 nella località Sisto a Grevo di Cedegolo, per una famiglia uscita miracolosamente illesa dall’abitacolo del fuoristrada con cui stava percorrendo un’impervia strada di montagna. Stavano salendo quando la loro Land Rover Defender è uscita di strada finendo nel dirupo tra rovi e sassi. Nonostante lo shock sono stati gli stessi occupanti ad allertare i soccorsi. La zona è stata raggiunta da una squadra della V delegazione bresciana del Soccorso alpino, dai vigili del fuoco e dall’elisoccorso decollato da Sondrio. Proprio grazie al velivolo tutta la famiglia è stata recuperata con un verricello e riportata a valle. Come detto un grande spavento ma nessun ferito. Ai vigili il compito di recuperare, non senza difficoltà, il mezzo. LA SECONDA missione è scattata poco prima di mezzogiorno. Alla centrale operativa del Soreu è arrivata la richiesta di soccorso per un 40enne scivolato per una ventina di metri in una zona particolarmente impervia del Corno Baitone, nel territorio di Edolo, e dall’ospedale civile di Brescia è decollato l’elisoccorso arrivato in quota nonostante la nebbia: il tecnico del Soccorso alpino a bordo è riuscito a portare a termine l’operazione particolarmente complessa: dopo aver individuato il ferito lo ha recuperato e issato a bordo col verricello. Anche per il 40enne un piccolo miracolo: nonostante la brutta caduta rimediata se l’è cavata con qualche trauma e si trova al civile per le cure. Per questo intervento era stata allertata anche una squadra del Soccorso alpino di Edolo ma il suo intervento non si è reso necessario. Meglio così, perchè quello che si sta attraversando è un periodo davvero caldissimo per l’incidenza degli incidenti in montagna. Anche alla luce di quello che è avvenuto ieri, gli esperti raccomandano la massima attenzione e la massima preparazione nell’affrontare le alte quote (e pure quelle medie). I tecnici, va ricordato, devono pure fare i conti con l’emergenza Covid, e anche un piccolo intervento espone ovviamente i soccorritori a un rischio (stavolta sanitario) in più.