Braone esce dall’Unione dei Comuni «Niente vantaggi ma solo duplicati»

di L.RAN.
Braone lascia l’Unione dei Comuni dopo 10 anni
Braone lascia l’Unione dei Comuni dopo 10 anni
Braone lascia l’Unione dei Comuni dopo 10 anni
Braone lascia l’Unione dei Comuni dopo 10 anni

Alcune apparentemente prosperano, altre invece si smembrano. Sono tempi difficili per le Unioni di Comuni. Come quella degli Antichi borghi, alle prese prima con la fuga di Breno voluta essenzialmente dal sindaco scomparso Sandro Farisoglio, e prima ancora quella di Ceto, dissociatosi da Cimbergo e Paspardo e rientrato con qualche mal di pancia nell’intesa con Piancamuno. Ora, pochi giorni fa è arrivata la notizia dell’uscita di Braone dall’Unione dei Comuni della Media Valle «Civiltà delle pietre». IL SINDACO Sergio Mattioli, che ricopriva la carica di assessore, motiva in modo molto stringato l’addio all’aggregazione, formata dopo questo forfait da Losine, Cerveno, Ono San Pietro e Capodiponte: «La gestione unitaria di tutte le funzioni delegate all’Unione non ha raggiunto gli obiettivi di maggiore efficienza ed economicità prefissati, e dopo quasi dieci anni non sono riscontrabili apprezzabili benefici nei termini di un migliore servizio all’utenza, ma piuttosto un’inutile duplicazione di strutture e funzioni». Non solo: Mattioli ritiene che «il processo di gestione comune dei servizi previsto dalla realizzazione dell’Unione non ha raggiunto neppure la necessaria integrazione del personale dei singoli municipi». Diametralmente opposto il giudizio dell’ex sindaco del paese, Gabriele Prandini, ora capogruppo di minoranza, che dissente da queste motivazioni affermando che «senza questa aggregazione diversi benefici sarebbero rimasti sulla carta». •

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