C’è luce in fondo al tunnel del nuovo teatro

Lavori fermi da un anno e bando congelato dopo la caduta di Renzi
Lavori fermi da un anno e bando congelato dopo la caduta di Renzi
Lavori fermi da un anno e bando congelato dopo la caduta di Renzi
Lavori fermi da un anno e bando congelato dopo la caduta di Renzi

Alessandro Romele I lavori sono fermi da tempo. E il Teatro Parrocchiale di Pisogne, che sorge di fianco alla chiesa, in cima a piazza Mercato, ha tutta l’aria di una cattedrale incompiuta in mezzo al deserto. Ma non è stato il Coronavirus a bloccare il cantiere: operai e ruspe sono inattivi da oltre un anno per colpa delle solite pastoie burocratiche e delle giravolte della politica. L’AMPLIAMENTO e la riqualificazione dello stabile, risalente agli anni Trenta del secolo scorso, prevedeva una grande sala con 330 posti a sedere, divisi tra galleria e platea, e un’area riservata al foyer completamente vetrata, per favorire il deflusso degli spettatori e l’eventuale intervento dei soccorsi. Quindi servizi, spogliatoi e camerini. Insomma, una struttura completa al servizio di una cittadina che intende, oggi come ieri, crescere anche dal punto di vista culturale. I lavori erano partiti bene, forti anche di un finanziamento ministeriale - 1,14 milioni - proveniente dal bando Bellezza Italia, risalente al 2015. Ma solamente a fine 2017 a Pisogne era arrivata la notizia, portata dalla parlamentare Pd Marina Berlinghieri, dell’ammissione al bando del progetto. «Ecco fatto - avevano pensato tutti i cittadini - i soldi ci sono: il teatro a breve sarà a disposizione». Purtroppo non è così. «Nella primavera del 2018 - spiega la Berlinghieri - il Governo guidato da Matteo Renzi è caduto, lasciando spazio alla coalizione gialloverde, che ha rivisto le priorità. I finanziamenti del Bando Bellezza sono stati congelati, in attesa di essere presi nuovamente in considerazione. Cosa che non è mai avvenuta». Nell’agosto dello scorso anno però il Pd è tornato al governo, e qualcosa si sta muovendo. «Il ministero ha scelto di aggiornare il bando - prosegue la Berlinghieri - e ci ha chiesto di fornire ulteriore documentazione. In sostanza, serviva un’attestazione che dimostrasse il vincolo della Soprintendenza sulla struttura. La richiesta quindi è ripartita: restiamo in attesa». In realtà, vista la bontà del progetto, non dovrebbe essere difficile ottenere il via libera, ma ovviamente di questi tempi non si può essere sicuri di nulla. «A giugno - conclude Marina Berlinghieri - dovrebbero essere disponibili i fondi, che a Pisogne dovrebbero arrivare in tre diverse tranche. Purtroppo il momento attuale non permette previsioni». È logico però immaginare che le priorità, al termine dell’emergenza Coronavirus, cambieranno, e che i fondi statali verranno destinati ad altri settori. O forse no. Pisogne continua a sperare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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