C’è una ferramenta da lustrarsi gli occhi

di Luciano Ranzanici
L’interno del bellissimo negozio storico di Breno gestito dai PezzucchiLa scritta murale sopra l’antica ferramenta che ha fatto un pezzo della storia brenese
L’interno del bellissimo negozio storico di Breno gestito dai PezzucchiLa scritta murale sopra l’antica ferramenta che ha fatto un pezzo della storia brenese
L’interno del bellissimo negozio storico di Breno gestito dai PezzucchiLa scritta murale sopra l’antica ferramenta che ha fatto un pezzo della storia brenese
L’interno del bellissimo negozio storico di Breno gestito dai PezzucchiLa scritta murale sopra l’antica ferramenta che ha fatto un pezzo della storia brenese

L’autunno ha visto una nuova distribuzione di attestati che rendono onore a quelli che da qualche anno si chiamano negozi di vicinato. Parliamo della qualifica di negozio storico, che questa volta la Regione ha concesso anche a una vetrina di Breno davvero di lungo corso. La certificazione ha raggiunto in questo caso un’attività che prosegue ininterrotta da ben 170 anni. Sì, perché Giampiero rappresenta la quarta generazione dei Pezzucchi, una famiglia di commercianti che ha in Giovanni (1832-1910) il pioniere: fu lui ad aprire nel 1850, in via Pelabrocco, l’esercizio di «Tornitore e negoziante in ferramenta», inserendo trent’anni dopo anche la vendita di armi da caccia (abbandonata nel tempo) col permesso del sotto prefetto del Circondario di Breno. Fu ancora lui, nel 1909, a costruire l’edificio di via Umberto I (l’attuale via Mazzini) ancora oggi sede del negozio trasferito qui nel 1911: Giovanni Pezzucchi commissionò il progetto al professor Fortunato Canevali, artigiano, artista e intellettuale brenese, che realizzò la nuova bottega in un unico ampio vano sorretto da una grande colonna in ghisa prodotta dalle Fonderie Glisenti di Carcina, e da travi in ferro che poggiano su un pavimento in castagno ancora oggi presente. Da quelle parti c’era la stazione di sosta della carrozza che viaggiava fra la valle e Brescia, e l’attività di Giovanni Pezzucchi e della moglie Elena Salvetti ne fu decisamente beneficiata. A loro succedette il figlio Pietro (1883/1971), che di ritorno dal fronte greco/albanese continuò l’attività di famiglia superando anche la crisi del 1929 e la Seconda guerra mondiale, facendosi affiancare dal figlio Giovanni Maria (1921-2004), reduce dalla guerra di Liberazione nelle Fiamme verdi. NEGLI ANNI ’60 il negozio di via Mazzini commercializzava ferramenta, vernici, stufe, cucine economiche, e si specializzò nel settore dei casalinghi. La moglie del titolare, Maria Medeghini, iniziò a frequentare più spesso la bottega dedicandosi proprio ai casalinghi e ottenendo grandi risultati con gli articoli da regalo. Nel febbraio del 1070 la Camera di commercio di Brescia assegnò al titolare il diploma con medaglia d’oro certificando la data di fondazione del negozio, il 1850. Negli anni ’80 il subentro di Giampiero alla mamma Maria, con suo inserimento nei settori coltelleria sportiva e da lavoro (e poi ancora tra gli articoli da regalo e i complementi d’arredo), e nel 1988 un altro premio: suo padre fu insignito dell’onorificenza di «Maestro del commercio» per l’attività quarantennale. Non è ancora finita: risale al 2011 la scelta della Camera di commercio di Brescia e di Unioncamere di iscrivere la «Ditta Giovanni Pezzucchi» di Giampiero Pezzucchi nel Registro nazionale imprese storiche. Oggi è ancora Giampiero a proseguire l’attività in un locale che meriterebbe una visita anche solo per ammirare le tantissime testimonianze d’epoca che conserva: dalle vecchie scaffalature restaurate all’antica scrivania cassa; da alcune parti dei pavimenti originali in cotto e legno a una collezione di articoli antichi. •

Suggerimenti