Casa di riposo,
una nomina
secondo copione

di Lino Febbrari
Il neo presidente della Rsa di Edolo, Massimo Chiesa
Il neo presidente della Rsa di Edolo, Massimo Chiesa
Il neo presidente della Rsa di Edolo, Massimo Chiesa
Il neo presidente della Rsa di Edolo, Massimo Chiesa

Come Bresciaoggi aveva anticipato più di un mese fa, suscitando reazioni stizzite nelle stanze del potere locale e un vespaio di polemiche in paese, da lunedì sera Massimo Chiesa è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Giamboni di Edolo, l’ente di diritto privato che gestisce la casa di riposo. Le dimissioni a metà luglio di tre consiglieri, a pochi mesi dalla scadenza naturale, hanno azzerato il cda composto da sei membri. Quindi, Comune e Provincia, cui da statuto competono le nomine (5 all’ente locale, una al Broletto), hanno provveduto al rinnovo. Riconfermati Cesare Colotti, Luigi Pignanelli e Stefano Riva (per poche settimane tra giugno e luglio presidente dopo che il suo predecessore Renato Bergamini aveva gettato la spugna), nuovi invece Mauro Vitali, ex consigliere comunale, e Paolo Fanetti, fratello del Fabio ex sindaco di Sonico ed ex consigliere regionale. Il Broletto ha puntato invece su Chiesa: la determina è stata firmata dal presidente Samuele Alghisi il 5 agosto. L’apprezzato dentista, figlio del mai dimenticato sindaco edolese Luciano stroncato a Breno da un malore una ventina di anni fa sui banchi della Comunità montana, con alle spalle un’esperienza amministrativa col primo cittadino Berardo Branella finita nel 2008 con l’arrivo del commissario, ha accettato la sfida di rimettere in ordine i conti (da qualche anno le perdite si attestano annualmente sopra i centomila euro) di piazza Nicolini. «HO ACCETTATO innanzitutto per il bene della comunità - esordisce -, consapevole che la Rsa è importante. Cercare di risolvere alcuni problemi che si trascinano da tempo sarà la priorità assoluta del mio mandato». Malgrado il rosso del bilancio, la Fondazione ha in cassa circa tre milioni, frutto un paio di anni fa di un lascito di un’anziana benefattrice che li ha vincolati al miglioramento delle condizioni delle strutture e della qualità della vita degli ospiti. «L’attuale stabile risale al 1700 e, pur con tutti gli interventi effettuati nel tempo, così com’è fa fatica a erogare servizi. Pertanto - chiarisce Chiesa - dovremo presto trovare una soluzione, e pensare alla realizzazione di un nuovo edificio moderno. È l’obiettivo da centrare nei prossimi cinque anni». L’incarico ha innescato una serie di pettegolezzi, soprattutto perché sarebbe stato assegnato già in campagna elettorale, si dice nel quadro del suo sostegno all’attuale maggioranza, insieme alla rassicurazione che avrebbe avuto mano libera nella gestione. A molti, invece, pare sia finito ostaggio dei cinque nominati dal Comune. «Non è assolutamente vero - ribatte -. Io penso che per gestire bene questa realtà dobbiamo lasciar perdere i veleni e le conseguenze delle elezioni. Voltiamo pagina e amministriamo per il bene di tutti». •

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