Cedimento in quota Una colata di fango minaccia una baita

di L.FEB.
Tecnici e mezzi al lavoro
Tecnici e mezzi al lavoro
Tecnici e mezzi al lavoro
Tecnici e mezzi al lavoro

Le montagne camune sono troppo fragili e spesso basta uno scroscio d’acqua per causare gravi danni. A dimostrarlo è l’ennesimo dissesto accaduto in Tonale all’alba di lunedì. Complici lo scioglimento dell’abbondante manto nevoso ancora presente in quota e il forte temporale che la notte precedente si è abbattuto sulla zona, le palificazioni lignee erette più di vent’anni fa per sostenere un tratto della pista Alpino hanno ceduto: una colata di fango e detriti (tra i 300 e i 400 metri cubi) si è riversata nell’impluvio arrivando fino a lambire la sottostante Statale e danneggiando una baita. L’immobile avrebbe dovuto ospitare i proprietari per il ponte del Primo maggio: un contrattempo dell’ultimo minuto li ha salvati. «Alle sette di mattina mi ha telefonato lo zio di mia moglie - spiega Moris Gervasio, giovane di Pavone Mella - raccontandomi l’accaduto. Sono immediatamente partito e quando sono arrivato mi sono trovato questa brutta sorpresa». Il responsabile del settore bonifica della Comunità Montana insieme al geologo incaricato dall’Anas e alla sua collega della Carosello-Tonale, società proprietaria della pista, ha effettuato un accurato sopralluogo, mentre gli escavatori erano al lavoro per mettere in sicurezza il punto dal quale si è staccata la frana. «Tra lunedì e martedì - osserva Fabio Alberti dell’Anas - i mezzi meccanici hanno scoronato la parte alta della frana dove si trovava ancora molto materiale instabile, per cui c’era il rischio di altri distacchi». «Andranno costruite delle strutture a sostegno della pista - chiarisce Giovanbattista Sangalli, funzionario della Comunità Montana - stiamo pensando a delle terre armate». •

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