Centralina contesa, la Sit «salva» il Comune

di Lino Febbrari
La centralina idroelettrica di Temù al centro della battaglia
La centralina idroelettrica di Temù al centro della battaglia
La centralina idroelettrica di Temù al centro della battaglia
La centralina idroelettrica di Temù al centro della battaglia

Al termine di una discussione accesa, il consiglio comunale di Temù ha dato il via libera, con l’astensione della minoranza, allo schema di accordo transattivo che permetterà di chiudere una vicenda spinosa. Una questione talmente intricata che gli stessi avvocati hanno faticato non poco a dipanarla. Una storia che vede tra l’altro coinvolta anche una realtà imprenditoriale svizzera. Parliamo della super centralina idroelettrica realizzata all’inizio del decennio nella piana sotto l’abitato. Riassumendo, la concessione di derivazione rilasciata dalla Regione faceva capo a un gruppo di imprenditori dell’alta valle, i quali però la cedettero a una finanziaria del lago di Garda che avviò l’iter per concretizzare l’impianto. L’operazione trovò subito una serie di ostacoli sul suo cammino. Che furono rimossi solo qualche mese dopo, quando, con una mossa a sorpresa da molti ritenuta geniale, la Sit di Ponte di Legno riuscì ad accaparrarsi metà del capitale sociale sborsando la somma (irrisoria) di 5mila euro. I lavori costati complessivamente più di 12 milioni si conclusero nei tempi stabiliti, e dopo i collaudi, nella tarda primavera del 2013 le tre turbine iniziarono a produrre energia. Ma i contrasti tra i soci non si appianarono e sfociarono in diverse azioni legali. DI MEZZO ci finì anche il Comune, che legittimamente reclamava il mancato pagamento delle royalty, per un ammontare che, anno dopo anno, ormai ha superato di molto il milione di euro: una somma significativa per le finanze di una piccola realtà locale costretta ad ingegnarsi ogni anno per trovare le risorse per garantire i servizi ai cittadini. L’estate scorsa, mentre la bufera legale continuava, all’improvviso è arrivata la decisione della finanziaria di disfarsi della sua parte di capitale sociale. A quel punto è intervenuta la società svizzera che, dopo aver fatto periziare l’impianto, ha redatto l’offerta per garantirsi il 50% delle quote. Solo che gli accordi stipulati a suo tempo con la Sit prevedevano la prelazione da parte del Comune, o dell’Unione dell’Alta Valle. È così iniziato un altro scontro legale. Nel frattempo, il presidente della società impiantistica Mario Bezzi, dopo estenuanti trattative è riuscito a raggiungere un’intesa con la finanziaria socia in procinto di mollare. Il patto prevede il passaggio delle quote alla Sit per un corrispettivo di 5/6 milioni, e contemporaneamente il passo indietro degli svizzeri per una somma che non è stata indicata. Per chiudere il cerchio e permettere alla società impiantistica di concludere l’affare serviva però il via libera del consiglio comunale di Temù; ovvero che l’ente locale rinunciasse a procedere legalmente nei confronti di chi gli aveva usurpato il diritto di prelazione. L’assemblea decisionale è stata convocata d’urgenza sabato sera dal sindaco Giuseppe Pasina, il quale replicando alle proteste della minoranza guidata da Fabio Fogliaresi, che si è lamentato in particolare del fatto di dover esprimere un voto al buio, senza conoscere i retroscena, e soprattutto l’ammontare degli oneri per il Comune, ha candidamente ammesso che neppure la maggioranza ne era pienamente a conoscenza. È servito l’intervento di Bezzi, presente tra i pochi cittadini che assistevano al dibattito. Il presidente ha chiarito che la Sit si farà carico di tutte le spese, quindi il Comune di Temù non sarà costretto a sborsare neppure un centesimo. Ha poi ribadito con forza il concetto che l’impianto rappresenta un bene importante per tutta l’alta valle e che non sarà ceduto a privati, ma resterà in mano pubblica: la Sit, in effetti, è una società a maggioranza pubblica che include Comuni, Provincia e altre realtà. •

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