Da Gianico al Galles per capire la vita minacciata delle api

di Claudia Venturelli
Sara Bariselli, a sinistra, è nel Galles per partecipare a un progetto di portata internazionale
Sara Bariselli, a sinistra, è nel Galles per partecipare a un progetto di portata internazionale
Sara Bariselli, a sinistra, è nel Galles per partecipare a un progetto di portata internazionale
Sara Bariselli, a sinistra, è nel Galles per partecipare a un progetto di portata internazionale

È volata in Galles per studiare le api, fondamentali anche per la nostra sopravvivenza e sempre più minacciate, per cercare di capire come utilizzano il campo magnetico terrestre per orientarsi, e soprattutto per scoprire se i campi elettromagnetici prodotti dall’uomo (passando dai tralicci dell’alta tensione alle radiofrequenze della rete 5g) interferiscano sulla loro salute e sul loro comportamento. È un cervello in fuga dalla Valcamonica, ma solo a metà. Perchè Sara Bariselli, 27 anni di Gianico, sa già che tornerà a essere camuna. Prima o poi. Intanto si gode il Galles, «che è bellissimo», e che ha cofinanziato, con l’Unione europea il progetto di ricerca «Il senso magnetico delle api: meccanismi, funzione e vulnerabilità al rumore elettromagnetico». Un lavoro complesso, tanto che Sara, per svilupparlo, è dovuta entrare in contatto con ricercatori che arrivano da tutto il mondo: «È assodato che alcune specie migratorie usino il campo magnetico terrestre per orientarsi. Ci sono poi tantissimi altri animali che percepiscono il magnetismo, ma ciò non significa che lo usino attivamente per navigare - spiega la ricercatrice di Gianico -. Ci sono poi studi che mostrano come le api percepiscano e discriminino diverse tracce magnetiche, ma non si sa ancora se e come le usino attivamente per muoversi sul territorio e raccogliere nettare e polline. Scoprirlo è importante non solo per la funzione ecologica degli insetti impollinatori e per il loro attuale declino, soprattutto nelle aree urbane, ma anche perché se le api sono sensibili ai campi magnetici creati dall’uomo potremmo esserlo anche noi». Questi imenotteri preziosissimi saranno suoi fedeli compagni almeno per tre anni, «il tempo del dottorato, poi chissà». Perché lei, resiliente come il soggetto delle sue ricerche (per questo studio gli animali non vengono in alcun modo maltrattati, ma studiati e poi reimmessi nella colonia), è entrata in contatto con questo mondo per caso, e le piace: «Le api hanno un cervello molto piccolo, eppure manifestano comportamenti piuttosto complessi per un insetto. Quindi studiare l’orientamento e i meccanismi cognitivi che ne stanno alla base aumentano la nostra conoscenza della cognizione animale, e umana, in generale. Questi insetti hanno già dimostrato che non servono cervelli grandi e miliardi di neuroni per produrre attività complesse». In valle intanto ha lasciato un fidanzato, non uno qualunque ma un apicoltore, e tutto coincide. Ed è in valle che pensa di fermarsi, «perchè la casa è Gianico per tante cose, dalla famiglia alle tradizioni. Poi però mi rendo conto che mi adatto facilmente, tanto che in tutti i posti, dopo un po’ di tempo, penso che sarebbero belli per vivere». Così un’occasione diventa l’occasione, della vita. «Perchè per quello che ho fatto io era fondamentale andare all’estero e perchè viaggiare fa bene».•.

Suggerimenti