Dal gregge al filatoio, torna l’era della lana

di Lino Febbrari
Malonno vuole creare una filiera della lana. FOTO SANTO SPAVETTI
Malonno vuole creare una filiera della lana. FOTO SANTO SPAVETTI
Malonno vuole creare una filiera della lana. FOTO SANTO SPAVETTI
Malonno vuole creare una filiera della lana. FOTO SANTO SPAVETTI

Valorizzare la transumanza e provare a rilanciare una filiera che consenta l’utilizzo di un bene prezioso oggi buttato, la lana. Sono questi gli obiettivi del progetto artistico «Andare con il gregge», presentato giorni fa nella sala pubblica dell’ex elementare di Lava di Malonno. La prossima primavera il piano coinvolgerà un gruppo eterogeneo di adulti e studenti di due classi dell’elementare malonnese (insegnanti compresi) nel seguire un tratto del percorso di un gregge, di giorno e di notte, per vivere alcune ore immersi nel paesaggio a contatto con gli animali guidati dal pastore. Inoltre, partecipando a laboratori a tema, i partecipanti potranno apprendere le tecniche artigianali di lavorazione della lana, dalla tosatura al lavaggio, dalla cardatura, all’infeltrimento e alla filatura. A chiudere il cerchio la realizzazione di un’opera permanente in feltro, la bandiera/stendardo della lana, sulla quale verrà cucita una frase in «gaì», l’antico gergo dei pastori. «Abbiamo deciso di coinvolgere gli scolari - spiega Monica Sgrò, docente e artista milanese ideatrice dell’iniziativa - perché la cultura di questo materiale naturale, la lana, e del lavoro manuale devono ritornare nelle scuole; altrimenti - conclude con amarezza - non avremo la possibilità di valorizzare questo bene prezioso e di sapere che oggi è buttato via». IL PROGETTO è promosso dal Distretto culturale di Valcamonica, mentre le attività saranno gestite dall’associazione Coda di lana. «Siamo nati qualche anno fa qui a Malonno - ricorda Marina Lombardi - perché incontrando i pastori è emersa la necessità di raccogliere la lana, che purtroppo è diventata un rifiuto. Il nostro sogno, lo definisco così perché purtroppo non si è ancora concretizzato, era quello di essere anello di congiunzione tra i pastori e la filiera della lana. Oltre a fare almeno una volta all’anno la raccolta del vello - prosegue l’appassionata -, abbiamo tentato di recuperare la manualità che stava attorno a questo settore, in particolare quella delle donne». Alla presentazione dell’evento, insieme ai rappresentanti degli enti sovventori (Comune di Malonno, Comunità montana, Istituto comprensivo di Edolo) c’era anche la regista Anna Kauber che da anni con i suoi documentari racconta la pastorizia italiana. «Un mondo molto più omogeneo di quello che si crede - afferma -. Naturalmente la differenza la fa il clima. L’Aspromonte o il Pollino hanno razze ovicaprine diverse. Cambiano anche i dialetti, ma quando un pastore porta i suoi animali al pascolo e li vede ben pasciuti, la sera è felice uguale sia a Malonno sia in Sardegna». •

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