Dislessia, «Assolo» lancia un allarme

di L.RAN.
La sede di «Assolo» a Berzo Inferiore
La sede di «Assolo» a Berzo Inferiore
La sede di «Assolo» a Berzo Inferiore
La sede di «Assolo» a Berzo Inferiore

La didattica e l’assistenza in remoto non sempre funzionano; e neppure bastano. Dipende non solo e non tanto dalla qualità dei collegamenti, ma a volte dalla natura dei protagonisti. Lo ricorda come insegnante e come esperta delle difficoltà d’apprendimento Pamela Cappellazzi, la presidente della cooperativa sociale «Assolo» che a Berzo Inferiore si occupa principalmente del sostegno didattico ai giovanissimi alle prese con la dislessia. È appunto lei a ricordare i i problemi che derivano attualmente dalla didattica a distanza, e dalle difficili condizioni in cui vengono a trovarsi i genitori che hanno figli «fragili» abbandonati per forza di cose dai docenti costretti a rispettare le regole anti contagio. «Questa distanza forzata ha creato una serie di problemi non indifferenti alle famiglie - spiega l’esperta -: la gestione del tempo, delle risorse, delle competenze, delle possibilità economiche; per non parlare delle grosse difficoltà dei bambini e dei ragazzi con disturbi dell’età evolutiva. Si è creato un grande vuoto nell’interazione sociale per piccoli e adolescenti, ma di questo tema negli ultimi mesi si è detto e scritto poco o nulla per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica valligiana. Non è un aspetto da sottovalutare, perché i traumi vissuti segneranno le loro memorie». «C’è bisogno di parlare di tutto questo - insiste - perché non è solo l’economia in crisi, ma tutta la società, che dovrà cambiare rotta in ogni direzione. C’è un danno sociale che deve essere recuperato». LA PRESIDENTE della cooperativa parla dei tanti sos lanciati dalle famiglie «che ci chiedevano aiuto perché i loro figli erano lasciati a se stessi dagli insegnanti perché troppo problematici per poterli aiutare in etere: questo è troppo doloroso». Infine l’appello a comunità ed educatori: «Abbiamo il compito di trovare il giusto modo per sopperire alle mancanze. È un dovere morale, come educatori e come rappresentanti delle istituzioni». •

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