Domiciliari troppo duri? Protesta e così finisce dentro

di P.CITT.

Era ai domiciliari a Pisogne e ha perso le staffe perché a suo dire il regime a cui era sottoposto era troppo stringente. Per giorni si è lamentato con i carabinieri che quotidianamente si recavano da lui per verificare che rispettasse la misura, poi ha tempestato di chiamate la caserma dei militari per far conoscere tutto il suo disappunto. Ha però sbagliato le modalità, la sfuriata è infatti andata ben oltre il limite e per lui si sono così aperte le porte del carcere di Brescia. In cella è finito così un 62enne di Pisogne con alle spalle diversi precedenti per reati contro il patrimonio, stupefacenti e guida in stato di ebbrezza. L’uomo, al quale il giudice aveva concesso alcune ore di libertà durante la giornata, lo scorso 1° febbraio ha pensato bene di chiamare più volte in caserma per lamentarsi delle continue «visite» e offendere i carabinieri. I militari lo hanno lasciato sfogare, ma al termine della telefonata piena di livore hanno segnalato la situazione al tribunale di Sorveglianza. Il magistrato, letta la relazione dei carabinieri, ha deciso che per il pregiudicato era arrivato il momento di tornare in carcere, revocandogli gli arresti domiciliari e disponendo il trasferimento in carcere. •

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