Don Redento,
si è spenta la
luce degli ultimi

di Claudia Venturelli
A don Redento Tignonsini era stato conferito il Premio Bulloni
A don Redento Tignonsini era stato conferito il Premio Bulloni
A don Redento Tignonsini era stato conferito il Premio Bulloni
A don Redento Tignonsini era stato conferito il Premio Bulloni

Nella camera ardente allestita in quell’oratorio che è stato per anni la sua casa c’è un movimento incessante da ieri mattina. La Protezione civile contingenta gli accessi, 15 persone alla volta nel rispetto delle norme anti contagio, ma il pellegrinaggio è talmente composto e rispettoso che quasi non servirebbe. Tutta la Sacca di Esine, dove don Redento Tignonsini era parroco, è in lutto. Ma la tristezza pesa su tutta la Valcamonica che lo ha conosciuto. I sacerdoti del territorio, i fedeli della sua parrocchia, i bambini che ha tanto amato, i ragazzi che ha recuperato ai margini della strada. Ultimo tra gli ultimi, se n’è andato in silenzio lunedì sera dopo una lunga malattia, a casa come voleva, tra la sua gente. «La sua morte ha suscitato un forte cordoglio - ha detto il sindaco Emanuele Moraschini - segno evidente della stima che don Redento era riuscito a conquistare con la sua semplicità, anche tra coloro che sono lontani dalla fede». Per chi lo ha conosciuto è facile immaginare il vuoto che lascia. Un faro lo hanno definito, un fratello, un amico: «Era il numero uno - ricorda Marisa Chiarolini, da 17 anni al suo fianco come collaboratrice - e quando se ne vanno i numeri uno è dura. Lo abbiamo amato tanto, lo amiamo tanto, per noi è un faro lì davanti, e mancherà a tutti». Le fa eco un ragazzo con gli occhi lucidi: «È stato il mio mentore, mi mancherà tutto di lui». DON REDENTO rappresentava per molte persone una voce saggia da ascoltare. Che ha saputo seminare e farsi amare: «Sono stati fortunati i suoi paesani - dice una di queste -. Io ogni tanto venivo a messa qui, aveva un modo particolare di celebrarla e arrivava dritto al cuore. Spero che questo sia da esempio per gli altri sacerdoti, perchè tornino vicini alla gente». «Lungimirante nel sostegno alle fragilità della tossicodipendenza, ispirato e illuminato dalla fede, lascia un ricordo e un insegnamento prezioso all’intera comunità» scrive la cooperativa Azzurra sui social. «Tutta la cooperazione, non solamente quella sociale, perde una guida sicura ed è grata all’uomo che è stato un punto di riferimento per moltissimi giovani, i cui insegnamenti non moriranno», aggiungono da Confcooperative Brescia. Arriva a salutarlo anche Carlo Ghirardelli, che con lui, per un anno, ha vissuto l’esperienza della missione in Africa: «Per me è un fratello. Aveva la testa dura, ma lo amavamo anche per questo». Ma è sui social soprattutto che scorrono i ricordi di chi lo ha incrociato, conosciuto o vissuto da vicino. Questa sera alle 18 la veglia col vicario generale Gaetano Fontana, domani alle 14,30 in oratorio il funerale celebrato dal vescovo Pierantonio Tremolada. Per consentire a tutti di partecipare nonostante l’emergenza, il Comune ha chiesto a Teleboario di trasmettere la celebrazione in diretta tv. •

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