Donne «resistenti»: un invito a riflettere su passato e attualità

La panchina  dei papaveri di Cevo ricorda le donne resistenti
La panchina dei papaveri di Cevo ricorda le donne resistenti
La panchina  dei papaveri di Cevo ricorda le donne resistenti
La panchina dei papaveri di Cevo ricorda le donne resistenti

L’hanno battezzata in modo decisamente azzeccato la «panchina dei papaveri»: una nuova e speciale installazione arrivata recentemente a Cevo dopo la panchina rossa, la seduta testimonial della volontà di dire basta alla violenza sulle donne che era stata collocata tempo addietro nel Belvedere. In questo caso invece l’installazione è stata pensata per stimolare la riflessione sulla Resistenza; e in particolare sulle donne della Liberazione, le staffette partigiane mai abbastanza celebrate (anzi, troppo poco celebrate) e le donne resistenti di ieri e di oggi. Nell’abito del ricordo annuale dell’incendio fascista di Cevo, l’amministrazione comunale, con un impegnato gruppo di volontarie, ha commissionato all’artista Daniela Longhi la decorazione della panchina con una serie di papaveri e con la scritta «Noi partigiane sempre!». Si trova in uno spiazzo proprio all’uscita del paese verso Saviore ed è molto frequentata, al pari di quella di color rosso contro la violenza di genere al Belvedere. È stato il sindaco, grande difensore della Resistenza cevese, con Rosi Romelli, ora 92enne e ai tempi la più giovane partigiana d’Italia (aveva 14 anni), e con le donne resistenti di oggi che l’hanno voluta, ha inaugurato la panchina tagliando il nastro tricolore ed intonando naturalmente «Bella ciao».•. L.Ran.

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