Droga a fiumi in Valcamonica, indagini chiuse

di PA.CI.
Una parte dello stupefacente sequestrato dai carabinieri
Una parte dello stupefacente sequestrato dai carabinieri
Una parte dello stupefacente sequestrato dai carabinieri
Una parte dello stupefacente sequestrato dai carabinieri

Per un anno, da novembre 2017 a novembre 2018, avrebbero trasformato la Valle Camonica, sia sul lato bresciano che su quello bergamasco, in un crocevia del traffico di stupefacenti. Chili di cocaina, eroina e marijuana arrivavano al confine tra le province di Brescia e Bergamo per poi finire sulle principali piazze della zona. La procura di Brescia ha ufficialmente chiuso le indagini sul gruppo di trafficanti italo-albanesi, residenti in gran parte in Valcamonica, disarticolato nei mesi scorsi: a ottobre i carabinieri di Breno e Clusone avevano arrestato nove persone (5 albanesi e 4 italiani) e sequestrato 12 chili e mezzo di eroina, uno di cocaina, dieci di marijuana e 500 grammi di oppio. Ventinove le persone indagate (13 quelle in carcere tra Brescia, Bergamo e la Germania) e accusate a vario titolo di traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi da fuoco. A 17 DEGLI INDAGATI la Dda di Brescia contesta anche l'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per i magistrati bresciani a capo dell’associazione ci sarebbero stati Saimir e Taulant Sallaku, due dei fratelli di Gezim Sallaku il presidente del Darfo arrestato nel corso dell’operazione di novembre per la detenzione di alcune pistole in concorso con i fratelli (la sua posizione e quella di altri due fratelli, Gazmir e Isuf è stata stralciata). Secondo la Dda sarebbe stato Saimir a tenere i contatti con i corrieri e gli acquirenti, mentre Taulent l’avrebbe sostituito durante i suoi peridi di assenza. A individuare i fornitori all’ingrosso sarebbero stati padre e figlio, Alessandro e Denis Giorgi (entrambi in carcere a Brescia), che avevano anche il compito di mantenere i rapporti con gli acquirenti finali. Il reato associativo è contestato anche agli italiani Giampaolo Brunelli, Federico Neglia, Stefano Martinelli, Claudio Vangelisti e agli albanesi Dashamir Barberi, Mirand Shehi, Roland Tusha, Agim e Enkelejd Bejko, Arian Kruja, Marjos Veliu, Gledis Gjoka e Reshit Xhafa. Per gli inquirenti avrebbero acquistato, trasportato e venduto lo stupefacente. •

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