«Evade» dai domiciliari per un caffè sotto casa nel bar gestito dal padre

di PA.CI.
Dell’evasione si sono occupati i carabinieri
Dell’evasione si sono occupati i carabinieri
Dell’evasione si sono occupati i carabinieri
Dell’evasione si sono occupati i carabinieri

Non appena i carabinieri hanno lasciato l’abitazione di Edolo nella quale stava scontando i domiciliari ha pensato di fregarli, ma gli è andata male. Era stato confinato in quella casa a giugno dal giudice, in attesa del processo (si celebrerà col rito abbreviato) in cui è imputato di rapina, e terminato il controllo è sceso e si accomodato a uno dei tavolini del bar del padre per bersi un caffè e godersi qualche momento di libertà. Una libertà effimera. Quando i militari, che lo hanno osservato durante tutta la pausa caffè, sono tornati verso la sua abitazione ha cercato di bruciarli sul tempo provando a tornarci. Non ci è riuscito ed è stato arrestato per evasione. Protagonista della breve fuga è un 27enne di Edolo già protagonista della cronaca giudiziaria per una rapina messa a segno in aprile, in pieno lockdown, in una farmacia di Braone. Il giovane, alle spalle qualche precedente, il 24 aprile era entrato nell’attività commerciale indossando guanti e mascherina come previsto dalla normativa; ma in mano aveva pure un coltello con cui aveva minacciato la farmacista. SI ERA fatto consegnare l’incasso, circa 300 euro, e se l’era data a gambe convinto di averla fatta franca. Ma i carabinieri della Compagnia di Breno, gli stessi che l’altro giorno l’hanno visto al bar, lo avevano individuato. A incastrarlo erano state le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza che l’avevano immortalato durante il colpo e nella fuga. A metterlo con le spalle al muro ci avevano pensato poi proprio i militari, che nella perquisizione domiciliare avevano trovato gli abiti utilizzati per il colpo e il denaro sottratto. Inizialmente era stato solo denunciato; poi le indagini erano proseguite e a giugno era stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare finendo appunto ai domiciliari. E il bar? «Pensavo di poterci andare - si è difeso in aula durante la direttissima celebrata ieri mattina in Tribunale a Brescia - perché quel locale è di mio padre». Non era così, e il giudice ha convalidato l’arresto e confermato la misura cautelare per il 27enne, che per l’evasione ha patteggiato otto mesi di reclusione.

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