Fiamme e panico.
Il maxi rogo
divora una vecchia casa

di Lino Febbrari
Quel che resta della mansarda della vecchia abitazione teatro del rogo nella frazione di SonicoSullo sfondo il tetto divorato dalle fiamme scoppiate all’alba di ieri nell’abitato di Rino Le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato a Villachiara
Quel che resta della mansarda della vecchia abitazione teatro del rogo nella frazione di SonicoSullo sfondo il tetto divorato dalle fiamme scoppiate all’alba di ieri nell’abitato di Rino Le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato a Villachiara
Quel che resta della mansarda della vecchia abitazione teatro del rogo nella frazione di SonicoSullo sfondo il tetto divorato dalle fiamme scoppiate all’alba di ieri nell’abitato di Rino Le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato a Villachiara
Quel che resta della mansarda della vecchia abitazione teatro del rogo nella frazione di SonicoSullo sfondo il tetto divorato dalle fiamme scoppiate all’alba di ieri nell’abitato di Rino Le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato a Villachiara

Si sono vissuti momenti di apprensione, all’alba di ieri, a Rino di Sonico, per l’incendio divampato in una vecchia abitazione. Attorno alle sei i residenti di piazza Cauzzi sono stati risvegliati dal crepitio delle fiamme e dal denso fumo che avvolgeva la zona circostante la chiesa parrocchiale. Per cause in corso di accertamento dal sottotetto del fabbricato di tre piani - solo il primo abitato -, si sono levate alte le lingue di fuoco che, in pochi minuti, hanno avvolto il solaio e l’intera copertura. Scattato l’allarme la sala operativa del comando dei Vigili del fuoco di Brescia ha inviato le squadre dei distaccamenti di Edolo e Darfo con due autopompe, un’autobotte da quattromila litri, un’autoscala, un fuoristrada attrezzato per gli interventi nei boschi e nei centri storici e un’ambulanza dell’Arnica. Per fortuna i volontari del 118 dell’associazione con sede a Berzo Demo sono rimasti inoperosi perché ci sono registrati solamente ingenti danni materiali: con il tetto sono andati distrutti i due piani sottostanti, mentre il pian terreno, gli scantinati e quanto contenuto sono stati danneggiati dall’acqua utilizzata per soffocare il rogo. L’immobile è stato dichiarato inagibile. I Vigili del fuoco hanno lavorato fin dopo le 10, prima per circoscrivere l’incendio ed evitare che si propagasse alle vicine abitazioni, poi per rimuovere le travi, gli arredamenti e le masserizie divorate dalle fiamme, per scongiurare che le stesse ripartissero, magari per un piccolo focolaio non visto. Quanto alle cause si valuta ogni ipotesi. LA CANNA FUMARIA, o meglio la mancata pulizia o perchè troppo accostata alle travi in legno, è spesso la principale causa degli incendi che, soprattutto nel periodo invernale, distruggono decine di tetti solo nella nostra provincia. Cosa fare per evitare che il frutto di anni di sacrifici si trasformi in un mucchio di monconi anneriti e di cenere? Bisogna verificare innanzi tutto che l’esecutore della messa in opera del camino abbia lavorato con giudizio rispettando scrupolosamente la normativa che stabilisce una certa distanza tra il manufatto e le assi o le travi della copertura. Perché se la canna fumaria viene a trovarsi a contatto col materiale legnoso, spesso il surriscaldamento della stessa alla lunga può dare origine alle fiamme. La canna va poi mantenuta costantemente pulita dai residui della combustione: meglio spendere qualche decina di euro in più all’anno per lo spazzacamino e rinunciare al fai da te che ritrovarsi col tetto distrutto. E la canna fumaria sarebbe all’origine dell’incendio che all’alba di ieri ha lesionato un tetto di un’abitazione a Villachiara. •

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