Gavia, il primo
weekend è
da incorniciare

di Lino Febbrari
Brescia e Bergamo unite dalla pandemia oltre le rivalità calcisticheUn gruppo di motociclisti durante una sosta lungo la panoramica arteria d’alta quotaFaticando sui pedali lungo i tornanti del GaviaAl passo si incontra ancora la neve tardiva
Brescia e Bergamo unite dalla pandemia oltre le rivalità calcisticheUn gruppo di motociclisti durante una sosta lungo la panoramica arteria d’alta quotaFaticando sui pedali lungo i tornanti del GaviaAl passo si incontra ancora la neve tardiva
Brescia e Bergamo unite dalla pandemia oltre le rivalità calcisticheUn gruppo di motociclisti durante una sosta lungo la panoramica arteria d’alta quotaFaticando sui pedali lungo i tornanti del GaviaAl passo si incontra ancora la neve tardiva
Brescia e Bergamo unite dalla pandemia oltre le rivalità calcisticheUn gruppo di motociclisti durante una sosta lungo la panoramica arteria d’alta quotaFaticando sui pedali lungo i tornanti del GaviaAl passo si incontra ancora la neve tardiva

«Maggiore è la fatica, maggiore è l’appagamento. Una giornata davvero spettacolare». Un urlo liberatorio dopo 16 duri chilometri di salita spingendo sui pedali. Il tempo di scendere di sella e alzare la bicicletta al cielo facendosi fotografare da un amico davanti al cartello che indica i 2.652 metri di altitudine del valico al confine tra Valcamonica e Valfurva. Per l’amatore varesino, arrivare sul Gavia è stato come aver vinto una tappa del Giro d’Italia. Nel primo fine settimana di apertura della panoramica arteria dopo la pausa invernale, nonostante la nebbia e le nuvole basse (il Sole ha fatto capolino solo ieri a sprazzi) in centinaia hanno sfidato la mitica montagna pedalando su una delle salite più ambite d’Europa (con Mortirolo e Stelvio) dagli appassionati della bici. «Ogni volta per me è una sfida - dice sbuffando un biker milanese prima di immettersi nella galleria -: chi arriva in cima può essere in pace con se stesso». Al suo fianco un bresciano della Bassa: «L’idea di trovare al passo ancora molta neve mi stuzzicava troppo. Per questo sono partito da Lograto alle 5». Come lui hanno fatto centinaia di motociclisti. In attesa del via libera ai viaggi tra regioni e della riapertura (mercoledì) delle frontiere, per moltissimi centauri lombardi la prima uscita stagionale in alta quota ha avuto come meta il Gavia. «Siamo da sempre un po’ avventurieri e da Varese, con quattro amici, e malgrado le previsioni meteo - spiega un appassionato - abbiamo deciso di raggiungere un passo che noi consideriamo tra i più belli che si possa percorrere con una moto». PER UNA VENTINA di motociclisti la gita domenicale è servita a rinsaldare amicizia, fraternità e condivisione scaturite tra bergamaschi e bresciani durante la pandemia. Così hanno portato sul Gavia una bandiera raffigurante la Dea e la Leonessa abbracciate (simboli dell’Atalanta e del Brescia calcio) realizzata da un giovane tatuatore di Sarnico. «L’ho trovata su internet - dice una ragazza - e dopo aver chiesto il via libera all’autore, con i miei amici abbiamo realizzato magliette e smanicati, e abbiamo in mente altri progetti per commemorare i nostri morti di Covid di Brescia e di Bergamo, le città più colpite. Non apparteniamo a nessun motoclub - aggiunge -, siamo semplici appassionati che hanno deciso di portare in giro simboli di due città avversarie sui campi di calcio ma unite nella sofferenza». Il Gavia, e in particolare il rifugio Berni, un paio di chilometri oltre il valico in provincia di Sondrio, è il punto di partenza ideale per escursioni alpinistiche e scialpinistiche sul San Matteo e sul Tresero: ieri a lato della strada si contavano più di cento auto. «La prima uscita è andata molto bene - dice una giovane atleta valtellinese appena smessi gli sci dopo la lunga discesa dal ghiacciaio -. Non pensavo di trovare ancora così tanta neve e di divertirmi». Prima di scendere a valle, la tappa obbligata al rifugio Bonetta, dove tutto è stato predisposto per accogliere i clienti in sicurezza. «Siamo aperti da ieri (sabato) - afferma Federico «Chicco» Bonetta, che col fratello Silvano e la sorella Elisa gestisce la storica struttura ricettiva -, le disposizioni sul distanziamento non ci hanno creato grossi problemi, di spazio ne abbiamo molto. Abbiamo iniziato meglio di come credevamo. Tra qualche giorno arriveranno anche gli stranieri e ci auguriamo di portare a termine una buona stagione». •

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