I due Consorzi vinicoli: «Vicenda vergognosa»

di A.GAT.
Carlo Veronese del «Lugana Doc»
Carlo Veronese del «Lugana Doc»
Carlo Veronese del «Lugana Doc»
Carlo Veronese del «Lugana Doc»

L’ombra del caporalato scuote i vigneti del lago di Garda: inevitabilmente unanime la condanna di quanto accaduto da parte dei rappresentanti dei due Consorzi di tutela più importanti e conosciuti della zona. «SONO INORRIDITO - dice Carlo Veronese, direttore del Consorzio Lugana - e trovo sia una cosa davvero folle che ci siano alcune aziende disposte a questo, in un territorio che gode di una certa ricchezza e promuove prodotti che si vendono bene. Mi chiedo che senso abbia voler affamare la gente, speculando sullo Stato e sulle necessità delle persone. Sono vicende che abbiamo sempre immaginato lontane, e invece capitano anche sotto casa: un comportamento che mi fa inalberare - incalza Veronese - che non è nel nostro Dna, fatto di bei posti e brava gente. Per questo è più che giusto che le forze dell’ordine facciano il loro lavoro». Sulla stessa linea anche Alessandro Luzzago, viticoltore e presidente del Consorzio Valtenesi: «Lo dico da cittadino, e da essere umano - spiega - che queste cose non andrebbero fatte mai. Per i nostri territori auspichiamo una crescita armonica della filiera, dove tutte le responsabilità siano espletate correttamente, nel rispetto della legge. Dispiace che questo succeda anche sul Garda, e possiamo solo sperare che non succeda più. Abbiamo bisogno di rapporti rispettosi tra chi offre lavoro e chi lo cerca: forse dovremmo tutti imparare a chiedere garanzie e certificazioni a chi offre manodopera, soprattutto in un momento così delicato come la vendemmia».

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