Il distanziamento è legge e ora il Soccorso alpino si esercita alla novità

di C.VEN.
Un momento dell’esercitazione attorno al lago di Lova
Un momento dell’esercitazione attorno al lago di Lova
Un momento dell’esercitazione attorno al lago di Lova
Un momento dell’esercitazione attorno al lago di Lova

La pandemia ha finito per influire - modificandole - anche sulle manovre di soccorso dei volontari del Soccorso alpino e speleologico. Le delegazioni sono corse ai ripari e a più riprese hanno organizzato esercitazioni a tema, e la Quinta bresciana, con le stazioni che fanno riferimento alla Valcamonica, ha scelto i boschi nei dintorni del lago di Lova per mettere a punto le nuove tecniche, che richiedono maggiore attenzione nell’avvicinamento al paziente e nel trattamento del ferito. «Rispetto a prima - spiega Igor Gheza, capo stazione del Cnsas di Breno - solo una persona può arrivare sul paziente, se è cosciente dobbiamo fargli domande per capire se potrebbe essere un paziente Covid. Quindi, nell’organizzazione della squadra per portare a termine l’intervento dobbiamo evitare assembramenti anche tra noi». L’ESERCITAZIONE fa parte del dna dei volontari: a intervalli regolari sono chiamati a simulare interventi in tutti gli ambienti in cui è loro competenza intervenire. E rispetto al solito oggi indossano mascherina di protezione e guanti, ma restano reperibili 24 ore su 24 sette giorni su sette.

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