OMICIDIO LAURA ZILIANI

Il gip: "Uccisa per il suo patrimonio"

«Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini» si legge nell'ordinanza di custodia cautelare
Laura Ziliani aveva 55 anni
Laura Ziliani aveva 55 anni
Laura Ziliani aveva 55 anni
Laura Ziliani aveva 55 anni

Laura Ziliani è stata uccisa per questioni di natura economica. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari Alessandra Sabatucci nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per le due figlie e il fidanzato della maggiore:  «I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici».

LA SCOMPARSA

L’allarme per la scomparsa di Laura Ziliani  era scattato attorno alle 11 di sabato 8 maggio, quando la centrale operativa del 112 aveva ricevuto da Temù l’accorata telefonata di una figlia che chiedeva aiuto per il mancato rientro della madre. In poco tempo la macchina dei soccorsi si era messa  in moto per quella che sembrava un’operazione di routine: la ricerca di persona vittima, probabilmente, di un infortunio nel bosco. Ma al calar del buio Laura Ziliani non era ancora stata trovata. Durante la prima notte (e nelle successive) sul posto rimase un presidio dei soccorritori. Il giorno dopo affluirono in alta Valle altri nuclei da mezza Lombardia specializzati in ricerche fluviali e in luoghi difficilmente accessibili. Sabato 15 la maxi battuta autorizzata dalla Prefettura che coinvolse quasi 300 persone (molti semplici cittadini), conclusa con un nulla di fatto. Ma fin da subito l'idea che potesse trattarsi di un incidente destò più di qualche perplessità nei carabinieri.  

LE INDAGINI

Il racconto fornito da due delle tre figlie di Ziliani e dal fidanzato della maggiore era parso poco credibile.  Per queste ragioni, a fine giugno, sulla base delle preliminari risultanze investigative i tre  erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela con la vittima e occultamento di cadavere. Su di loro erano calati molti sospetti dopo  l’allarme dato troppo in fretta dalle due figlie,  anche per il rinvenimento del telefono cellulare, da cui la donna non era solita separarsi, trovato sotto una panca in cantina.

Risale alla mattina del 23 maggio il ritrovamento di una delle scarpe che la donna - a dire delle due figlie - indossava la mattina verso le 7, quando sarebbe uscita di casa per fare la passeggiata. La scarpa era nel  torrente Fumeclo, in un punto  incompatibile con la direzione verso monte che avrebbe intrapreso  Ziliani. Nello stesso fiume, poco distante dall’abitazione della donna, agli inizi di giugno scorso, era stato rinvenuto un jeans femminile rovesciato, compatibile con quello che – sempre secondo il racconto delle figlie - la 55enne avrebbe indossato la mattina della scomparsa. Infine è stata rinvenuta anche la seconda scarpa  di Laura Ziliani che, per come emerso dalle indagini, è stata collocata nel luogo del rinvenimento proprio dai tre  arrestati al fine di depistare le attività investigative avvalorando l’ipotesi dell’infortunio o del malore.

IL CADAVERE

Il rinvenimento del cadavere lungo la pista ciclabile di Temù, avvenuto nella tarda mattinata dell’8 agosto, ha ulteriormente alimentato il solido quadro indiziario.    Gli orecchini in oro giallo e una cisti presente sul piede destro avevano portato a ritenere che il corpo fosse proprio quello di Laura Ziliani. La definitiva conferma è giunta dalla comparazione del Dna, eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale di Brescia. In sede di esame autoptico, il medico legale non ha rilevato segni di lesioni esterne. Inoltre il corpo non presentava tracce compatibili con una lunga permanenza in acqua: l’ipotesi investigativa è che possa essere stato occultato in un ambiente le cui caratteristiche hanno rallentato il processo di trasformazione e decomposizione. Sono in corso indagini scientifiche di particolare complessità al fine di valutare l’effetto degli agenti esterni sul processo di decomposizione corporea. I preliminari accertamenti tossicologici eseguiti dall’istituto di medicina legale di Brescia hanno riscontrato la presenza di benzodiazepine nel corpo dell’ex vigilessa

DA INDAGATI AD ARRESTATI

Le indagini, immediatamente avviate parallelamente alle ricerche, sono consistite in attività tecniche di intercettazione, in complesse analisi di tabulati, nell’analisi forense di smartphone e computer in possesso degli indagati, coniugate con perquisizioni domiciliari, sopralluoghi e repertamenti di carattere scientifico a cura della SIS del Comando Provinciale. L'epilogo questa mattina, venerdì 24 settembre, quando per le figlie Silvia e Paola sono state arrestate insieme al fidanzato della maggiore, Mirto Milani.

IL MOVENTE

«Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini». Lo scrive il gip Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di custodia cautelare di due delle tre figlie di Laura Ziliani e del fidanzato della maggiore. Secondo gli inquirenti il movente è di natura economica: «I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici».

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