«Il Malp ha bisogno dell’aiuto di tutti»

di Claudia Venturelli
Il museo degli alpini di Fucine: si lavora al secondo piano pensando a un allestimento interattivoUna delle sale del percorso espositivo esistenteL’ingresso agli spazi espositivi al piano terra
Il museo degli alpini di Fucine: si lavora al secondo piano pensando a un allestimento interattivoUna delle sale del percorso espositivo esistenteL’ingresso agli spazi espositivi al piano terra
Il museo degli alpini di Fucine: si lavora al secondo piano pensando a un allestimento interattivoUna delle sale del percorso espositivo esistenteL’ingresso agli spazi espositivi al piano terra
Il museo degli alpini di Fucine: si lavora al secondo piano pensando a un allestimento interattivoUna delle sale del percorso espositivo esistenteL’ingresso agli spazi espositivi al piano terra

Il sogno del Malp, il museo degli alpini di Fucine di Darfo, non si è ancora realizzato. Alzato di un piano l’edificio che lo ospita perché sia in grado di ospitare tutto il materiale già catalogato (e recuperato soprattutto dallo smantellamento delle caserme in atto non solo in Valcamonica), bisogna ora pensare all’allestimento. UN ALLESTIMENTO non «alla buona», ma che segua un progetto ben preciso, che faccia dialogare il glorioso passato delle penne nere con un futuro tutto da inventare. Pannelli interattivi, dispositivi innovativi, un accesso con montacarichi per i disabili e una finta trincea che servirà soprattutto alle scolaresche per capire cosa ha vissuto chi ha combattuto la guerra. Rispetto al piano terra, che racconta in modo statico la storia, il piano rialzato vorrebbe insomma dialogare, attraverso immagini e suoni, con i visitatori, coinvolgendoli in un’esperienza che sia il più possibile interattiva. «IL NOSTRO APPELLO - spiega il capogruppo degli alpini di Fucine Silvano Manella - è rivolto agli imprenditori e a chiunque possa ancora darci una mano. Dobbiamo ringraziare il Comune di Darfo - sottolinea Manella - che nonostante le difficoltà che vive e le ristrettezze economiche ci ha permesso di avviare i lavori e ci ha dato il suo contributo». Lo stabile è di proprietà comunale, mentre la gestione è affidata al gruppo alpini, che ne cura le visite e la manutenzione. L’obiettivo che si erano posti gli alpini del locale gruppo nel 2016, tre anni dopo l’inaugurazione ufficiale della struttura, era di raccogliere altri 110mila euro. A oggi il «fine cantiere» è lontano, ma ci si avvicina piano piano al traguardo, e anche la campagna di crowdfunding lanciata in accordo con il presidente, il generale Renato Scaranari, ha dato i suoi frutti. «Con la piattaforma produzionidalbasso.com abbiamo raccolto circa mille euro - svela Manella - Pochi ma buoni per proseguire la nostra strada, che è quella di raccontare, attraverso il museo, la storia di ognuno di noi e di chi ci ha preceduti». IL PROGETTO. Voluto dagli alpini di Fucine, Angone e Darfo, il Malp è stato realizzato nello stabile che si trova prima della piazza di Fucine, la frazione di Darfo che più di tutte trasuda storia. Lo spazio espositivo oggi forma un percorso della memoria con il museo dell’Anmig di Corna e con la chiesa della Madonna degli alpini di Boario. Oltre mille le visite che riceve ogni anno, escluse le scolaresche che per gli alpini restano i principali fruitori. È per questo che l’idea iniziale del museo, nato per raccogliere i cimeli che molti soci portavano a valle di ritorno dalle escursioni in montagna, specie nella zona del Passo del Tonale dove si è combattuta la Grande Guerra, si sta poco alla volta trasformando: resterà luogo di storia perché ciò che è accaduto non si dimentichi, ma nella nuova sezione dovrà dialogare con i giovani. Il percorso è ambizioso, ma il cuore grande della Vallecamonica e il lavoro silenzioso degli uomini con la penna sul cappello sapranno dare risposte concrete alle necessità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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