Il punto di fine mandato Bilancio in chiaroscuro

Nel bilancio  di fine mandato della giunta di Artogne spiccano alcuni interventi sul dissesto
Nel bilancio di fine mandato della giunta di Artogne spiccano alcuni interventi sul dissesto
Nel bilancio  di fine mandato della giunta di Artogne spiccano alcuni interventi sul dissesto
Nel bilancio di fine mandato della giunta di Artogne spiccano alcuni interventi sul dissesto

Se non fosse stato per la pandemia la scadenza naturale si sarebbe presentata all’inizio del prossimo mese; ma anche se tutto è slittato a ottobre, la sindaca di Artogne Barbara Bonicelli ha comunque predisposto la sua relazione di fine mandato: un documento richiesto dalle norme sull’ordinamento degli enti locali, che naturalmente, soprattutto nel suo caso, non prelude alla rinuncia alla corsa elettorale per la riconferma. La relazione serve solo a fotografare l’andamento amministrativo dei cinque anni trascorsi alla guida dell’ente locale. Con una lista civica di centrodestra, la prima cittadina ha dovuto fare i conti con una serie di problemi quali le conseguenze del fallimento di Alpiaz a Montecampione, il funzionamento degli uffici comunali e ovviamente i contagi. A dare l’impronta a questi cinque anni sono alcuni numeri, riferiti alle voci di bilancio. Sul fronte delle entrate, la politica tributaria ha fatto registrare l’aumento dell’aliquota Imu dallo 0,90 all’uno per gli immobili diversi dalla prima casa; così come è cresciuta l’addizionale Irpef (da 0,50 a 0,80) a partire dal 2019. I residui attivi per tributi hanno invece avuto un andamento alterno: nel 2016 ammontavano a 227.318 euro, scesi a 32.281 l’anno seguente, saliti a 162.508 nel 2018 e a 217.959 a fine 2019. L’indebitamento da mutui è calato nei primi quattro anni, per alzarsi nel 2020 a seguito delle coperture necessarie per compartecipare ai contributi degli enti superiori. E se è lievemente migliorata la raccolta differenziata, non è diminuito il costo per la raccolta dei rifiuti: si è passati da una media pro capite di 107,29 a 136,06 euro; a significare che la produzione aumenta. L’edilizia privata non decolla, ma aumentano i lavori pubblici a seguito dei fondi ricevuti per rifare la viabilità da Montecampione al Plan, per il riassetto del torrente Re e di alcuni dissesti e per le manutenzioni delle strade montane.•. D.Ben.

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