Il sindaco furioso: «Mai stato fascista Ora li denuncio io»

di Lino Febbrari
Il sindaco Giuseppe PasinaIl sindaco Giuseppe Pasina indica la parete dell’hotel  dove si trovavano i cimeli contestati: nessuna apologia ma solo scherzi tra amici
Il sindaco Giuseppe PasinaIl sindaco Giuseppe Pasina indica la parete dell’hotel dove si trovavano i cimeli contestati: nessuna apologia ma solo scherzi tra amici
Il sindaco Giuseppe PasinaIl sindaco Giuseppe Pasina indica la parete dell’hotel  dove si trovavano i cimeli contestati: nessuna apologia ma solo scherzi tra amici
Il sindaco Giuseppe PasinaIl sindaco Giuseppe Pasina indica la parete dell’hotel dove si trovavano i cimeli contestati: nessuna apologia ma solo scherzi tra amici

«Le uniche “colpe” che ho sono di assomigliare fisicamente a Mussolini e di essere un pochino autoritario. Ma non ci sto ad essere additato come un nostalgico del ventennio, soprattutto per il mio passato politico di craxiano di ferro, che assolutamente non rinnego, anzi di cui vado estremamente fiero». Lo spiega il sindaco di Temù Giuseppe Pasina, in qualità di comproprietario dell’hotel Avio, dopo essere finito nel mirino delle sezioni Anpi di Valle Camonica e Valsaviore le quali, che avevano definito «sconcertante - come si legge in una loro nota - che all’interno dell’albergo siano esposti cimeli, foto e scritte inneggianti la dittatura fascista. Stupisce e inquieta – prosegue l’Associazione nazionale partigiani d’Italia - che un esercizio pubblico e un sindaco di una terra di resistenza e sacrificio, non esitino a proporre come modelli agli avventori personaggi e vicende della storia italiana che hanno significato oppressione, lutti e distruzioni». Per prima cosa il sindaco ribatte: «Mi meraviglio che gente che vive di nostalgie venga a sollevare problemi irrisori, invece di pensare alle incombenze che gravano in questo momento difficile sulle spalle di un sindaco». Ma questi oggetti (scritte, calendari e fotografie) da dove arrivano? «Dai mercatini e da goliardate di amici, in particolare la scultura in legno che raffigura la testa del presunto duce - chiarisce Pasina - : sostengono che io assomigli come una goccia d’acqua al dittatore e che come lui sono autoritario svolgendo il compito di primo cittadino. Per questo, ma per scherzo, mi chiamano Mussolini». GLI OGGETTI contestati sono stati intanto rimossi. E adesso? «Sicuramente adiremo le vie legali nei confronti di questi signori - dice il sindaco Pasina - che hanno leso gravemente l’immagine di questa azienda. Inoltre come sindaco ribadisco che politicamente mi identifico nel centrodestra, ma del fascismo non ho mai fatto apologia. Infine, voglio chiarire che durante la Resistenza alla mia famiglia, che sosteneva la lotta partigiana, i nazi fascisti hanno bruciato delle proprietà». Il coordinatore dell’Anpi di Valsaviore Marcellino Gozzi contattato telefonicamente da Bresciaoggi, non intende replicare a una lettera da lui «né ispirata e neppure sottoscritta». •

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