In fila per Edolo vista dall’alto Il campanile regala emozioni

di L.FEBB.
La vista di Edolo che si può ammirare dal campanile
La vista di Edolo che si può ammirare dal campanile
La vista di Edolo che si può ammirare dal campanile
La vista di Edolo che si può ammirare dal campanile

Da più di 250 anni, insieme alla fontana sormontata dal cervo artigliato da un’aquila (emblema della Valle dell’Oglio) posta nella piazza centrale davanti al palazzo comunale (che però risale «solo» al 1903) è uno dei monumenti più ammirati di Edolo. Chiunque passa sulle due arterie nazionali che intersecano da Nord a Sud e da Est a Ovest la cittadina non può fare a meno di notarlo svettare per quasi settanta metri tra le case del borgo di Mù, a fianco della pieve di Santa Maria Nascente. LA DATA riportata sull’architrave di una porticina a livello strada dice che la costruzione del maestoso campanile in granito è iniziata nel 1756, mentre alcuni documenti ritrovati nell’archivio parrocchiale (tra i quali la nota particolareggiata dei costi affrontati dalla comunità) affermano che il cantiere è stato chiuso dodici anni dopo. Un capolavoro nel suo genere. Osservando la mole di molte pietre, in particolare quelle angolari, suscitano curiosità le modalità costruttive. Come avranno fatto a quei tempi a tirar su una torre di 68 metri, con una base di 9x9 e le fondazioni che scendono per una decina nel terreno, probabilmente fino alla solida roccia su cui sono stati posati i primi massi squadrati? «Di certo sappiamo che tutto il materiale proveniva da una zona impervia oltre Pozzuolo, sul Monte Colmo - racconta Pierre Lieta, conservatore del Museo di arte sacra - e probabilmente per erigerlo hanno copiato la tecnica usata dagli antichi egizi per le piramidi: cioè un grande terrapieno che mano a mano si alzava con lo stesso campanile. Il progetto era stato predisposto da un capomastro di Vione. A un certo punto - prosegue Lieta -, dopo quasi 12 anni di duro lavoro, il progettista propose di alzare ancora di più il manufatto. Gli operai si ribellarono, e la leggenda racconta che qualcuno gli diede una gomitata facendolo precipitare. Fu l’unico morto nella costruzione del campanile». DA QUALCHE anno, grazie a un gruppo di volontari che si prestano a fare da guide, durante i mesi estivi la parrocchia offre la possibilità a turisti e residenti di salire le rampe delle scale che portano alla cella campanaria (a circa 60 metri) per poter ammirare dall’alto Edolo e la Valle di Corteno. «Nel 2015 ci siamo resi conto che avevamo questo importante monumento, il più bello e alto della Valcamonica, che gli stessi edolesi non conoscevano. Allora, d’accordo col parroco don Giacomo Zani, abbiamo deciso di renderlo fruibile a quanti volevano sobbarcarsi la fatica di arrampicarsi fin lassù - aggiunge l’esperto -. In questo lasso di tempo più di 600 persone sono state accompagnate alla scoperta del campanile, del panorama che si osserva dall’alto e del piccolo allestimento fotografico che mostra l’evoluzione della costruzione». Le visite guidate avvengono il sabato dalle 15.30 e la domenica dalle 16, esclusivamente su prenotazione all’Ufficio turistico di piazza Martiri oppure al Museo di arte sacra, per gruppi di massimo dieci persone. I bambini devono essere accompagnati da un adulto. •

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