«La fucilata? Una
brutta storia. Ma qui
non siamo omertosi»

di Lino Febbrari
La Peugeot della vittima traforata dal proiettileUn cartello stradale usato come bersaglio a Corteno
La Peugeot della vittima traforata dal proiettileUn cartello stradale usato come bersaglio a Corteno
La Peugeot della vittima traforata dal proiettileUn cartello stradale usato come bersaglio a Corteno
La Peugeot della vittima traforata dal proiettileUn cartello stradale usato come bersaglio a Corteno

«Sinceramente non ho elementi per esprimere un parere ponderato su questa brutta vicenda. So davvero poco, anche perché i carabinieri non mi hanno riferito nulla. Non so chi abbiano interrogato e nemmeno quante persone». Replica così Martino Martinotta, sindaco di Corteno Golgi, all’appello lanciato dalle sorelle Deborah e Simona («...chi sa parli...»), le figlie di Giacomo Gazzoli, il 71enne di Braone arrivato a un passo dalla morte in seguito a una fucilata nel pomeriggio di domenica 11 novembre. Il proiettile da caccia ad alto potenziale sparato da un criminale aveva forato carrozzeria e sedile della Peugeot 206 che stava percorrendo la comunale tra Corteno e Santicolo, per poi penetrare profondamente nel fondoschiena del braonese. Dai primi di dicembre l’uomo si trova ricoverato nell’unità spinale dell’ospedale di Sondalo, in alta Valtellina. Le sue condizioni sono leggermente migliorate dopo gli otto giorni trascorsi in terapia intensiva e i venti in corsia nell’ospedale civile di Brescia. I medici valtellinesi però non si sono ancora pronunciati sul suo futuro, ovvero non dicono se potrà o meno tornare a camminare: le lesioni riportate dal midollo spinale sono serie e, per ora, mentre è sottoposto a cure e fisioterapia, il suoi movimenti avvengono su una carrozzina. NEL LORO sfogo le due donne lamentavano la cappa di omertà che, proprio a Corteno, contribuirebbe a coprirebbe l’autore dello sparo. Al riguardo Martinotta è categorico. «Ribadisco il concetto: stiamo parlando di una brutta storia; su questo non ci sono dubbi. Ma incolpare un intero paese mi sembra veramente troppo. Se gli investigatori avessero interrogato trenta persone allora forse potremmo parlare di reticenza; la cose cambiano se invece ne hanno sentito a verbale solo una. Nelle prossime ore - assicura il primo cittadino - riproverò a contattare le forze dell’ordine e se otterrò risposte ai miei quesiti, allora potrò eventualmente fornire una mia valutazione sull’accaduto». Secondo le voci che inevitabilmente circolano ogni volta che si verificano fatti di cronaca nera, il colpo incriminato sarebbe stato esploso da un dosso appena fuori l’abitato di Lombro (la frazione di Corteno dirimpettaia alla strada sulla quale passava l’utilitaria di Gazzoli), da una distanza compresa tra i 450 e i 500 metri. Sempre a dar retta ai pettegolezzi, nel mirino non ci sarebbe stata ovviamente l’auto, ma dei cartelli stradali (in zona ce ne sono alcuni già traforati dai proiettili) usati letteralmente per traguardare l’ottica di una carabina di precisione da parte, molto probabilmente, di un cacciatore di ungulati che pensava di essere in un poligono. •

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