Lavori lenti e turismo azzerato Al Vivione si va in bancarotta

di Lino Febbrari
La barriera in cemento che non impedisce certo il passaggioLe tracce lasciate dai veicoli che aggirano senza problemi la barriera
La barriera in cemento che non impedisce certo il passaggioLe tracce lasciate dai veicoli che aggirano senza problemi la barriera
La barriera in cemento che non impedisce certo il passaggioLe tracce lasciate dai veicoli che aggirano senza problemi la barriera
La barriera in cemento che non impedisce certo il passaggioLe tracce lasciate dai veicoli che aggirano senza problemi la barriera

Un’estate nera per i passi alpini della Valcamonica e, soprattutto, per chi ci lavora. Riaperto sul filo di lana il Crocedomini, il gestore del rifugio al passo del Vivione ha invece vissuto un Ferragosto amaro, l’ennesima giornata trascorsa a rodersi il fegato dalla rabbia. L’attività della struttura ricettiva è stata pesantemente penalizzata dalla chiusura della 294 che da Forno Allione corre per 17 chilometri fino all’omonimo valico, per poi proseguire fino a Schilpario, in Val di Scalve. IL DIVIETO di transito è stato imposto dalla provincia di Brescia per rimediare ai danni provocati a fine ottobre dalla tempesta Vaia e in primavera dai frequenti rovesci temporaleschi. Solo che il blocco, in verità, non è rigidissimo: tant’è che i veicoli riescono ad aggirare le barriere in calcestruzzo peraltro spostate da qualcuno, con il pericolo peraltro che qualcuno possa farsi male. «Abbiamo perso un ottanta per cento abbondante rispetto al 2018 – lamenta Giovanni Antonio Pizio, gestore del rifugio - al di là della perdita secca, quello che mi fa più arrabbiare e di aver fatto un investimento e convinto i miei figli a rimanere in montagna. Dobbiamo invece scappare, mi hanno ripetuto più volte nelle ultime settimane». Pizio lamenta anche il procedere a rilento dei lavori: «Tutti ci stiamo chiedendo perché in cantiere ci sono solo due, tre operai. Di questo passo finiranno forse la prossima estate». E che dire dei divieti che pochi rispettano e generano solo tanta confusione. «I pochi che salgono dalla Valcamonica mi chiedono se la strada è chiusa da Schilpario - afferma il gestore -. Quando rispondo di no, mi dicono che non si sono neppure accorti dei divieti. Lo stesso fanno quelli che salgono dalla Val di Scalve. Insomma, non riusciamo più a capacitarci di cosa stia succedendo. Mi dispiace in particolare perché noi abbiamo sempre puntato sugli stranieri, e stiamo facendo di tutto per non farli arrivare: ovviamente guardano il navigatore, trovano passo Vivione chiuso e cambiano destinazione». Quando poi qualcuno decide di chiedere delucidazioni alle istituzioni, le risposte sbalordiscono davvero: «Il nostro sindaco (di Schilpario, ndr) - conclude Pizio - che l’altra settimana è andato in Provincia a Brescia, ci ha riferito che gli hanno detto che fino alla fine di agosto non si riapre, poi si vedrà. È una presa in giro bella e buona. Come può un amministratore pubblico o un funzionario dare una risposta del genere. A fine agosto semmai bisognerà parlare di chiusura invernale e non di una riapertura tardiva, quando la stagione ormai è andata a farsi benedire del tutto». •

Suggerimenti