Luci accese per protesta Ristorazione stremata «Rischiamo di chiudere»

di A.ROM.
Bar e ristoranti chiedono di ripartire con norme certe e aiuti
Bar e ristoranti chiedono di ripartire con norme certe e aiuti
Bar e ristoranti chiedono di ripartire con norme certe e aiuti
Bar e ristoranti chiedono di ripartire con norme certe e aiuti

Una candela accesa tra due bicchieri di vino, appoggiati su un tavolino a cui però, non si siederà nessuno. Il tutto, accompagnato da un cartello con scritto «#risorgiamoitalia». È stata la protesta silenziosa promossa a livello nazionale dall’organizzazione che riunisce gli imprenditori titolari di locali pubblici, come i bar ed ristoranti. La protesta ha toccato Pisogne, dove il flash mob è stato sostenuto anche dai negozi e dagli esercizi che nulla hanno a che fare con il mondo della ricettività, come gommisti, fiorista, profumeria e l’ottico: tutti sono nella stessa barca, e tutti si dicono stanchi dell’incertezza e della poca chiarezza governativa sulle aperture nei vari settori. Proprio per questo, alle 21 di martedì, hanno deciso di accendere le luci dei locali e le insegne delle attività della piazza, del centro storico, delle vie periferiche e del lungolago. «Non ci sono aiuti, se non minimi - spiega la portavoce degli esercenti pisognesi, Sonia Gregorini, del ristorante Goèn - e quello che chiediamo è la riapertura dei nostri luoghi di lavoro. Ovviamente ci mettiamo la faccia e, nel caso si potesse fare, lo faremmo con tutte le dovute precauzioni, mascherine, guanti, gel igienizzanti, distanze di sicurezza. Non ce la facciamo più: i ristoranti stanno a galla con la cucina d’asporto, ma tutti gli altri?». «OGNUNO - continua Gregorini - ha dipendenti da pagare, spese da sostenere, affitti, mutui. Andando avanti così saranno in molti a dovere dichiarare il fallimento». «Il Comune - ha invece promesso il primo cittadino Federico Laini - non lascerà sole queste attività. Stiamo ragionando su come dar loro una mano: non è semplice avere a che fare con un bilancio economico, ma stiamo studiando le soluzioni con i nostri uffici. Probabilmente andremo a ritoccare le imposte dovute al Comune, come la Tari o quella sul plateatico. Di sicuro la situazione è molto pesante, ma non vogliamo lasciare nulla di intentato». «Auspichiamo - ha aggiunto Matteo Domeneghini, consigliere con delega al Commercio - che il Governo si esprima al più presto su questi settori, i cui esercizi stanno affrontando un momento totalmente negativo».

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