Malegno premia le parole costruttive

di C.VEN.
Il premio istituito dall’Amministrazione comunale   di Malegno
Il premio istituito dall’Amministrazione comunale di Malegno
Il premio istituito dall’Amministrazione comunale   di Malegno
Il premio istituito dall’Amministrazione comunale di Malegno

«In un momento storico in cui le parole vengono usate per offendere e ferire, premiamo un Comune che ha ri-scoperto assieme ai propri cittadini la potenza creatrice della parola, come strumento che unisce le persone e crea comunità». È con questa motivazione che l’amministrazione comunale di Marano Vicentino ha vinto la sedicesima edizione del premio «Mites Terram possident»: il riconoscimento di Malegno che, istituito con la parrocchia e sostenuto dagli enti sovracomunali, riprende e riattualizza il messaggio universalistico che i padri fondatori della comunità malegnese hanno voluto imprimere nei vecchi portali, nello stemma e nel motto del Comune. Viene assegnato ogni anno a chi si è distinto per l’impegno in progetti e azioni di solidarietà e pace o in atti concreti di generosità e bontà umana, a livello locale, nazionale e internazionale. Stavolta è toccato a Marco Guzzonato, giovane sindaco del paese vicentino, raccontare nella serata eccezionalmente online le esperienze del «patto educativo territoriale» che ha unito la sua comunità nei servizi per i bambini, e l’innovativa idea del «Comune libero dalla violenza verbale». TUTTO È NATO dall’esperienza triestina di «Parole ostili», un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza verbale (aderisce anche Malegno) che partendo dalla rete sta diffondendo il «virus» positivo delle parole di qualità. Il lavoro della giuria non è stato per niente semplice: tra i candidati c’erano «tanti esempi di mitezza arrivati da Emilia Romagna e Veneto, dalle provincie di Lecco e Como, oltre ad alcune citazioni più legate alla valle», ha ricordato il sindaco Paolo Erba. TRA QUESTE anche quella inviata dai bambini del paese per don Giuseppe Stefini, parroco di Cividate e Malegno. Una candidatura che non è stato possibile accettare «essendo la parrocchia tra gli enti promotori del premio. Nelle parole di don Giuseppe c’è stata però una vera commozione per questo gesto di affetto nei suoi confronti da parte delle sue comunità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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