Maxi-collettore al via, ma c’è l’intoppo

di Lino Febbrari
I cantieri per il nuovo collettore fra Malonno, Sonico ed EdoloSull’area erosa lungo il fiume era previsto il passaggio del collettore
I cantieri per il nuovo collettore fra Malonno, Sonico ed EdoloSull’area erosa lungo il fiume era previsto il passaggio del collettore
I cantieri per il nuovo collettore fra Malonno, Sonico ed EdoloSull’area erosa lungo il fiume era previsto il passaggio del collettore
I cantieri per il nuovo collettore fra Malonno, Sonico ed EdoloSull’area erosa lungo il fiume era previsto il passaggio del collettore

Dopo decenni di tribolata gestazione finalmente il cantiere è cominciato e (quasi) subito si è verificato un intoppo. SUCCEDE in località Molbeno di Malonno, dove qualche settimana fa sono stati avviati i lavori per la costruzione del primo lotto funzionale del depuratore consortile Edolo-Sonico-Malonno (3,5 milioni di euro la somma stanziata), e manco a farlo apposta di mezzo ci si è messa l’ultima piena dell’Oglio (negli stessi giorni che la Val Rabbia ha dato di nuovo i numeri scaricando oltre 300mila metri cubi di materiale nel letto del fiume che solca tutta la Valcamonica). Lo straripamento si è mangiato un centinaio di metri della ciclabile che corre a Sud dell’abitato di Malonno, guarda caso proprio nel punto in cui il progetto prevede il passaggio del collettore. Insomma, un bel guaio che rischia di dilatare i tempi per la consegna dell attesa (in particolare dai Comuni del Sebino) infrastruttura. «Il direttore lavori ha provveduto, e noi ne abbiamo preso atto come committenti – dice Corrado Tomasi presidente di Siv (Servizi idrici Vallecamonica) – a stralciare di un quinto l’opera come previsto dal codice degli appalti, per cui contiamo di riuscire a risolvere il problema creatosi lungo l’argine del fiume e allo stesso tempo proseguire con il cantiere principale. Ora si tratta solo di metterci attorno a un tavolo, noi, Comune di Malonno, Ster e altri enti interessati per concordare la soluzione migliore per far si che il tutto, arginatura e lotto del depuratore, si concluda entro i tempi stabiliti». Perché ci sono voluti quasi sei lustri per poter vedere in azione gli escavatori? «Un interrogativo che si potrebbe fare per tante altre opere in Italia – premette Tomasi -. Sinceramente non lo so; io sono in Siv da poco e ho trovato l’appalto già assegnato». Questo è solo il primo lotto del depuratore che si spera entro un paio di anni tratterà i reflui dei tre Comuni. A che punto siamo con la seconda fase? «Non è compito nostro perché come purtroppo sappiamo i Comuni dell’area hanno aderito ad Acque Bresciane e, quindi, toccherà a questa società il completamento dell’intervento». Questo accavallarsi di competenze è la dimostrazione che la Vallecamonica dovrebbe avere il proprio Ato e non far parte di quello provinciale? «Mi è stato chiesto di ricoprire l’incarico di presidente di Siv proprio per questo obbiettivo – prosegue Tomasi -. Prima dell’emergenza sanitaria abbiamo presentato il progetto messo a punto dall’Università Bocconi a tutti i gruppi del Consiglio regionale, cui abbiamo fatto seguire il piano finanziario. Nelle prossime settimane effettueremo nuovi incontri per sensibilizzare la politica milanese su un nostro Ambito territoriale ottimale». OTTIMISTA o pessimista sull’accoglimento della richiesta? «Dipende dai giorni- risponde il presidente con un sorriso-, perché la preoccupazione che esprimono i gruppi è quella di non creare un precedente: ovviamente non vorrebbero riaprire la partita sugli Ato di tutta la regione. Io però sostengo, e i dati mi confortano, che la nostra situazione è a sé stante, per cui non si aprirà nessun tipo di problematiche su altri Ato. A questo punto le forze politiche, in particolare di maggioranza che hanno il pallino in mano, possono e devono risolvere la questione». •

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