Montagna sostenibile: ecco la ricetta di Edolo

Anna Giorgi: docente
Anna Giorgi: docente
Anna Giorgi: docente
Anna Giorgi: docente

Quali sono le principali problematiche che interessano gli ecosistemi montani? Come risolverli? A confrontarsi su queste importanti tematiche e a trovare possibilmente una risposta, saranno docenti e ricercatori che nel quotidiano si occupano di studiare gli ecosistemi montani e le criticità che li affliggono, con l'obiettivo di sviluppare interventi e strategie gestionali per salvaguardarli non solo nell'immediato, ma soprattutto per il futuro. Tra loro, nella Sala Napoleonica dell'Università degli Studi di Milano, domani (a partire dalle 16), ci sarà anche la professoressa Anna Giorgi, presidente del corso di laurea in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano, che da metà anni ’90 si tiene all’Unimont di Edolo (sede distaccata della Facoltà di Agraria dell’ateneo milanese) e della magistrale in lingua inglese La responsabile del polo edolese interverrà nell’evento «Verso una montagna sostenibile - Problemi attuali e sfide future», all'interno del Festival dello Sviluppo. «Montagne al centro: verso una nuova e specifica visione per il futuro sostenibile dei territori montani» è il titolo della sua relazione. Uno degli organizzatori del convegno - Marco Parolini, docente di Ecologia dipartimento di Scienze e politiche Ambientali dell'Università degli Studi di Milano - ha sottolineato che «l'iniziativa ambisce a sensibilizzare la comunità scientifica e civile sulle principali problematiche che interessano gli ecosistemi montani, dagli effetti del cambiamento climatico fino alla diffusione della contaminazione da plastica». Al termine del dibattito sarà proiettato il documentario «Montagne di Plastica». «Partendo da evidenze scientifiche sulla contaminazione da plastica e microplastica negli ecosistemi d'alta quota - puntualizza Anna Giorgi - il cortometraggio ambisce a promuovere l'importanza di pensare a lungo termine, nell'ottica di una salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo». L.F.

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