Oglio pulito, il piano rallenta Il cantiere non rispetta i tempi

di Lino Febbrari
Un’altra immagine dello scavo aperto per l’impiantoUna veduta del cantiere di Malonno del primo lotto (in ritardo) per il depuratore per tre Comuni
Un’altra immagine dello scavo aperto per l’impiantoUna veduta del cantiere di Malonno del primo lotto (in ritardo) per il depuratore per tre Comuni
Un’altra immagine dello scavo aperto per l’impiantoUna veduta del cantiere di Malonno del primo lotto (in ritardo) per il depuratore per tre Comuni
Un’altra immagine dello scavo aperto per l’impiantoUna veduta del cantiere di Malonno del primo lotto (in ritardo) per il depuratore per tre Comuni

Non è una bella notizia per l’ambiente, e in particolare per la salute (cattiva) del fiume Oglio. In alta valle si allungano di parecchio i tempi per la conclusione del primo lotto del depuratore consortile. Il cantiere dell’impianto che una volta operativo tratterà i reflui di Edolo, Sonico e Malonno, avviato un paio di anni fa nella località Molbeno di Malonno, da contratto avrebbe dovuto essere terminato lo scorso mese di dicembre. Invece, i lavori appaltati dalla Siv, la Società idrica di Vallecamonica, a un’impresa della Bassa bresciana per un importo di circa 3,8 milioni di euro, procedono a rilento e le previsioni più ottimistiche dicono che non saranno finiti prima dell’estate. Qualcuno addirittura teme per un nulla di fatto fino alla fine dell’anno, e se una minima parte del ritardo accumulato finora nella realizzazione dell’opera è sicuramente da addebitare all’esondazione dell’Oglio, che nell’ottobre del 2020 si era mangiato una grossa fetta di argine e di terreno proprio nel punto in cui il progetto prevede il passaggio del collettore fognario. E anche il periodo pandemico non è esente da colpe. Ma Corrado Tomasi, presidente della Siv, ritiene che l’impresa non debba accampare scuse e sbotta: «Al momento dell’affidamento dei lavori avevamo avuto la chiara percezione che la ditta esecutrice fosse molto seria e solida. A distanza di più di un anno mi rammarica constatare che sulla tempistica non si è invece dimostrata all’altezza della situazione e che sta perdendo un sacco di tempo. Colgo l’occasione per ringraziare la nostra struttura della Siv, in modo particolare il Rup - prosegue l’ex consigliere regionale -, per la notevole mole di impegno che ci hanno messo nel pressare questa impresa affinché velocizzasse l’avanzamento delle opere». «Tra l’altro - aggiunge Tomasi con una smorfia che meglio delle parole lascia intuire come siano tesi i rapporti tra Siv e appaltatore - in cantiere c’è un numero esiguo di operai. Dall’ultimo stato di avanzamento emerge che ad aprile dovrebbero consegnarci il lotto. Ma osservando quanto eseguito finora ci pare impossibile che quel termine venga rispettato. Mi auguro che non ci sia da parte nostra la necessità di intervenire in modo più deciso nei confronti dell’impresa - minaccia il presidente -, in modo che entro fine anno si possa vedere completato un impianto che la nostra valle attende ormai da troppo tempo». Sul tavolo c’è poi la questione del secondo lotto dell’importante opera pubblica (il collettamento di Edolo e Sonico), un intervento che allo stato dei fatti dovrebbe essere realizzato da Acque bresciane. Con l’auspicata nascita dell’ambito di Valcamonica (recentemente la Regione ha dato un sostanziale via libera a questa possibilità), le cose cambieranno? «Così come è stata approvata dal consiglio regionale - risponde Tomasi -, la legge prevede ovviamente che l’Ato di Valcamonica subentri all’Ambito di Brescia e che la nostra società di gestione rimpiazzi Acque bresciane. All’interno della normativa sono già scritte tutte le modalità con cui si faranno questi passaggi». •.

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