Ponte, le missioni di pace raccontate agli studenti

di Lino Febbrari
Giacomo Giorgi durante la presentazione al Cfp Zanardelli delle missioni militari di pace
Giacomo Giorgi durante la presentazione al Cfp Zanardelli delle missioni militari di pace
Giacomo Giorgi durante la presentazione al Cfp Zanardelli delle missioni militari di pace
Giacomo Giorgi durante la presentazione al Cfp Zanardelli delle missioni militari di pace

Durante la missione di pace organizzata nel Kosovo dalla Nato subito dopo la cruenta guerra tra serbi e militanti dell’Uck, scoppiata nel febbraio del 1998 e conclusasi nel giugno dell’anno successivo, Giacomo Giorgi di Vezza d’Oglio, riservista, primo capitano allora appartenente al disciolto 14esimo reggimento alpini di stanza a Venzone (Friuli), era stato richiamato in servizio e per cinque mesi, dal luglio al dicembre del 2003, destinato al comando di un distaccamento di circa 250 militari nella zona di Pec. Il compito principale dei soldati comandati dall’uffciale camuno era quello di garantire la sicurezza alla popolazione di Decani, una città di circa 50 mila abitanti, e allo stesso tempo proteggere i 35 monaci di un monastero serbo ortodosso nel mezzo di un’area abitata prevalentemente da kosavari di fede islamica. A distanza di quasi vent’anni, e dopo essersi guadagnato la pensione (negli ultimi dieci anni è stato comandante della polizia locale dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valcamonica), Giorgi si è messo a disposizione della sezione Ana di Valcamonica, e nei panni di divulgatore gira le scuole superiori del territorio per raccontare ai giovani l’esperienza vissuta nell’ex Jugoslavia e lo scopo delle missioni di pace. Il primo incontro dopo l’allentamento delle restrizioni anti contagio si è svolto nell’aula magna del Cfp Zanardelli di Pontedilegno. «Sono fermamente convinto che la maggior parte degli studenti non sa neanche quando si è svolta la guerra del Kosovo - sostiene Giorgi -, cosa abbiamo fatto e quello che stanno facendo migliaia di soldati italiani in vari scenari nei quali si è combattuto per mantenere la pace, e in cosa consistono le missioni. Missioni che, tra l’altro, ci hanno visto e ci vedono impegnati nella ricostruzione di scuole, ospedali e infrastrutture distrutte dalle bombe e anche nell’addestrare le polizie locali». Per quasi due ore gli studenti dell’istituto che forma cuochi, camerieri e baristi hanno seguito le spiegazioni dell’ufficiale subissandolo alla fine di domande e chiarimenti. «Da tempo rincorrevamo la possibilità di poter proporre ai nostri allievi questo incontro e finalmente siamo riusciti a organizzarlo in presenza - spiega Cinzia Pasina dipendente della segreteria del Cfp dalignese -. Oggi i ragazzi hanno vissuto le emozioni provate da Giorgi e dai suoi uomini». Da anni la commissione Cultura dell’Ana di Valcamonica si sta dedicando al progetto educativo «Alpini nelle scuole»: una serie di incontri che prevede diversi moduli e, come nel caso di cui parliamo, utili per presentare al mondo scolastico i tanti aspetti dell’attività militare soprattutto in pace. Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati bloccati anche noi dalla pandemia - ricorda Aleandro Botticchio della commissione Ana -. Abbiamo però trovato degli spiragli e alla fine dello scorso anno siamo riusciti ad andare in alcune scuole». •.

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