Precipita in un
canalone: scialpinista
senza scampo

di Lino Febbrari
Cima Caione era la meta scelta dalla comitiva di scialpinisti di  Claudio Berneri vittima della disgrazia
Cima Caione era la meta scelta dalla comitiva di scialpinisti di Claudio Berneri vittima della disgrazia
Cima Caione era la meta scelta dalla comitiva di scialpinisti di  Claudio Berneri vittima della disgrazia
Cima Caione era la meta scelta dalla comitiva di scialpinisti di Claudio Berneri vittima della disgrazia

Mentre effettuava era impegnato in un’escursione di scialpinismo è precipitato in un canalone. Un volo da 500 metri di altezza che non ha lasciato scampo a Claudio Berneri, 61enne originario di Ronco di Corteno Golgi ma, ma da anni residente in città. La disgrazia si è consumata ieri mattina sulle montagne che separano l’alta Valcamonica dal Trentino. Claudio Berneri era un esperto e appassionato scialpinista. Ieri insieme al cognato di Corteno, e a due amici di Castenedolo e Gardone Valtrompia, aveva programmato un’escursione mettendo nel mirino Cima Caione: una vetta di 3140 metri situata alle spalle di Ponte di Legno, tra la Cima delle Graole che sovrasta Pezzo e la Gaviola e il Corno dei Tre Signori in direzione del Gavia. Una «missione» abbordabile con poche difficoltà tecniche, in una zona molto frequentata dagli amanti delle pelli. I compagni di escursione hanno raccontato ai carabinieri della stazione di Cedegolo guidati dal maresciallo Brunello Bacco che Claudio stava effettuando l’ultima o la penultima inversione in salita prima di arrivare in cresta, quando l’hanno visto scivolare e precipitare in un canalone. PROBABILMENTE - è questa l'ipotesi al momento più plausibile - gli sci dell’escursionista sono finiti su una lastra di ghiaccio facendo perdere l’equilibrio al 61enne che in pochi attimi è finito sul fondo del dirupo. Il dramma si è consumato attorno alle 9 e sfortunatamente non hanno potuto far nulla i soccorsi arrivati venti minuti dopo con l’elicottero di Trentino emergenza e da terra con una squadra di tecnici del Soccorso alpino della stazione di Ponte di Legno. «L’ALLARME è stato tempestivo anche perché in quella zona i telefonini hanno campo - spiega Paolo Coatti, capo della stazione del Cnsas di Ponte - e l’elicottero di Trento non ci ha messo molto ad arrivare, mentre noi abbiamo raggiunto il corpo risalendo il versante. Purtroppo non c’era più nulla da fare, la terribile scivolata di circa 500 metri non gli aveva lasciato scampo. Al medico dell’elisoccorso non è restato altro da fare che constatare il decesso». La salma del 61enne è stata trasportata in elicottero a fondovalle i poi con un carro funebre portata alla camera mortuaria del cimitero di Ponte di Legno per gli adempimenti di legge. A detta degli esperti ieri la giornata era ideale per una escursioni con le pelli. «Il tempo era buono e la neve caduta la scorsa settimana ormai consolidata – conferma il capo stazione - . Gli scialpinisti hanno quindi valutato che l’escursione si poteva tranquillamente effettuare, affrontando un tragitto molto frequentato in questo periodo dell’anno. Purtroppo qualcosa è andato storto e ci troviamo a piangere l’ennesima vittima». Come sempre quando qualcuno muore tra le vette praticando questa disciplina sportiva, il Cnsas ne approfitta per ribadire i concetti basilari per andare in montagna in sicurezza. «Non ci stancheremo mai di raccomandare di partire presto al mattino, consultare sempre il bollettino valanghe e non dimenticare mai la prudenza ed essere concentrati su quello che si sta facendo – conclude Coatti -. Malauguratamente un passo sbagliato può risultare pericoloso e spesso fatale». Come appunto accaduto ieri mattina. •

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