Presena, via le
bende al
ghiacciaio morente

di Lino Febbrari
Il «fantasma» del ghiacciaio Presena come si presenta oggiUn rotolo di telo geotessile durante la rimozione
Il «fantasma» del ghiacciaio Presena come si presenta oggiUn rotolo di telo geotessile durante la rimozione
Il «fantasma» del ghiacciaio Presena come si presenta oggiUn rotolo di telo geotessile durante la rimozione
Il «fantasma» del ghiacciaio Presena come si presenta oggiUn rotolo di telo geotessile durante la rimozione

Ghiacciai addio. Sta succedendo da molti anni ormai, e il cambiamento climatico sta facendo a pezzi anche quelli fuori casa. Come quello del Presena, ormai un fantasma dello spettacolo di soli pochi decenni fa e al centro, dal 2008, di una convenzione tra Università e Provincia autonoma di Trento e Carosello spa che portò nell’estate di quell’anno alla posa dei primi teli geotessili. Una sperimentazione durata 10 anni, che ha permesso di salvare una piccola fetta di uno dei pochi nevai alpini ancora esistenti tra i 2700 e i 3000 metri. «SIAMO soddisfatti dei risultati - dice Davide Panizza, vicepresidente della società impiantistica -, perché quello che resta, soprattutto nella parte terminale, è frutto di questo intervento. Se avessimo lasciato correre oggi sarebbe tutto sciolto». Da dieci anni la grande coperta (quest’estate di 80mila metri quadrati, in passato ha superato i 120mila) che ripara il ghiaccio dal Sole viene stesa a fine maggio e rimossa ai primi di settembre. «La posa dura circa 40 giorni, dipende dalle condizioni meteo - spiega Panizza -. La prima settimana di settembre parte il recupero, e larga parte della copertura viene riutilizzata». Anche quest’estate i teli hanno contribuito a salvare tra i due e i tre metri di Presena, e un contributo lo ha dato in inverno il nuovo impianto di innevamento programmato che ha aggiunto molta neve a quella naturale. «Finora siamo riusciti a mantenere una parte del sito proprio grazie a due azioni combinate - conferma il vicepresidente -: teli in estate e neve programmata col freddo. Basti dire che lo scorso inverno i nostri cannoni in quota hanno sparato più di 150 mila metri cubi di manto bianco». Gli esperti sostengono che entro venti-trent’anni saranno scomparsi quasi tutti i ghiacciai delle Alpi...«Siamo consapevoli che ciò potrà effettivamente accadere - replica il vicepresidente -. I nostri interventi mirano a rallentare questo processo. Da qui a vent’anni, quasi certamente la parte inferiore del Presena non ci sarà più. Allora ci daremo da fare per trovare altre soluzioni». •

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