Progetto santelle La fede popolare oggi è più al sicuro

Sonico  La Madonna della febbre «sorveglia» il tratto finale del Rabbia
Sonico La Madonna della febbre «sorveglia» il tratto finale del Rabbia
Sonico  La Madonna della febbre «sorveglia» il tratto finale del Rabbia
Sonico La Madonna della febbre «sorveglia» il tratto finale del Rabbia

Non è tornata all’antico splendore (almeno per ora) perché quello a cui è stata sottoposta è stato un intervento conservativo, di pulizia e consolidamento del manufatto, con limitate «integrazioni pittoriche» soprattutto delle figure di santi che contornano la figura mariana centrale. Ma almeno potrà resistere ancora al tempo gratificando i fedeli. Parliamo dell’edicola votiva che a Sonico è conosciuta dai più come della «Madonna della febbre», mentre altri la chiamano «del lago», che è stata oggetto, appunto, di un restauro di mantenimento da parte dell’esperta Tatiana Vielmi, che per l’occasione ha potuto contare sulla collaborazione di Dario Guerini. A finanziare i lavori (uninvestimento di poche migliaia di euro) è stata l’amministrazione comunale, mentre la Pro loco ha fatto da capofila operando in stretta sinergia con la Sovrintendenza di Brescia, i cui funzionari hanno vigilato affinché non fosse stravolto l’accordo raggiunto evitando che magari si eccedesse con malte e colori. Il recupero della santella, edificata nel 1788 di fronte al punto in cui sfocia nell’Oglio il temuto torrente Rabbia, e che domina la statale del Tonale e la linea ferroviaria Brescia-Edolo, è frutto di una encomiabile operazione avviata cinque anni fa dai volontari del sodalizio di promozione turistica con il miglioramento di un’altra piccola costruzione sacra, quella realizzata secoli fa dagli abitanti all’estremità del paese per invocare la protezione della Madonna durante le esondazioni di un altro pericoloso corso d’acqua, il Re, che corre tra le case. «L’attribuzione di questa edicola alla Madonna della febbre - spiega Paolo Bornatici, presidente della Pro loco - continua a suscitare curiosità e interesse. La versione più attendibile è legata a una pandemia che nel passato flagellò la Valcamonica. È anche definita Madonna del lago perché fa riferimento al toponimo “lac” - aggiunge Bornatici -, che indica la presenza in questa zona di uno specchio d’acqua generato dai detriti portati a valle dal Rabbia e che avevano sbarrato il fiume: un copione che purtroppo conosciamo anche noi contemporanei». Finito con il progetto santelle, a breve la Pro loco di Sonico si impegnerà nell’ambiziosa operazione finalizzata alla valorizzazione, anche a fini turistici, dei manufatti bellici della terza linea del fronte (bunker, trincee, casematte) risalenti al primo conflitto mondiale che si trovano numerosi nella piana di Greano.•. L.Febb.

Suggerimenti