Prometteva cittadinanze facili ma è finito nei guai con il fisco

di Giuseppe Spatola
Ponte di Legno era diventato un anno fa la «terra promessa» dei brasiliani che volevano diventare italiani
Ponte di Legno era diventato un anno fa la «terra promessa» dei brasiliani che volevano diventare italiani
Ponte di Legno era diventato un anno fa la «terra promessa» dei brasiliani che volevano diventare italiani
Ponte di Legno era diventato un anno fa la «terra promessa» dei brasiliani che volevano diventare italiani

Per mesi aveva intasato gli uffuci anagrafe dei comuni dell’alta Vallecamonica, da Ponte di Legno a Temù, con richieste di naturalizzazione. Nulla di strano per chi, in cinque anni, era riuscito a far ottenere la cittadinanza italiana a 325 cittadini brasiliani dimostrando le loro origini italiane. Per seguire le pratiche, contattare i Comuni dove i richiedenti dicevano di avere un antenato e poi far ottenere la cittadinanza in base allo ius sanguinis un italio-brasiliano aveva impiantato una vera e propria azienda che funzionava a meraviglia. La Guardia di Finanza, però, ha scoperto che l’imprenditore intascava ingenti somme dai suoi clienti ma evitava di dichiararle al fisco. L’uomo, residente con la famiglia a Roncoferraro nel Mantovano, è stato denunciato per evasione fiscale. Un evasore totale, che in cinque anni non ha dichiarato ricavi per 900mila euro e omesso di versare l’Iva per 200mila euro. I 325 brasiliani erano diventati cittadini di Mantova, Porto mantovano, Bergantino (Rovigo), Cinisello Balsamo e Cologno Monzese e prendevano la residenza in appartamenti nella disponibilità dell’imprenditore. Un gioco che aveva cercato di mettere in piedi anche in vallecamonica. LA PROCEDURA per ottenere la cittadinanza italiana era regolare e, infatti, chi si rivolgeva a lui dietro compenso di 3mila euro a pratica, otteneva tutti i documenti in regola. Una volta ottenuto il passaporto italiano i nuovi cittadini facevano perdere le loro tracce: secondo le Fiamme gialle quello di avere un passaporto europeo è un espediente utilizzato specialmente in Sudamerica per avere la possibilità di entrare negli Stati Uniti eludendo le severe leggi sull’immigrazione del paese, oltre che muoversi liberamente in tutta Europa. Per questo si era scelto Ponte di Legno, una delle mete predilette per le vacanze, sia in estate per le belle passeggiate tra i boschi, sia in inverno per le piste da sci. Nel solo 2018 all’ufficio anagrafe del Comune sarebbero arrivate un’ottantina di richieste per ottenere la cittadinanza italiana e la residenza da parte di brasiliani. Sarebbero tutti figli di gente del posto emigrata nel Paese Carioca, che in nome dello «ius sanguinis» invocano il doppio passaporto. Regista l’agenzia turistica finita nel mirino dei finanzieri. Una fabbrica di italiani, insomma, in piena regola e con tutte le autorizzazioni del caso. L’unico requisito che la legge italiana richiede per ottenere il passaporto in caso come quello dei brasiliani è quello di avere una struttura, o un indirizzo fisico, dove risultare residenti nel periodo in cui si chiede la cittadinanza. A Ponte, per arginare le richieste, avevano imposto tempistiche più lunghe e controlli severi, in modo da scoraggiare nuove richieste. • Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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