Protezione civile, la Comunità ha un piano

di Luciano Ranzanici
Una esercitazione della Protezione civile in ValcamonicaVolontari  impegnati in una prova di soccorso
Una esercitazione della Protezione civile in ValcamonicaVolontari impegnati in una prova di soccorso
Una esercitazione della Protezione civile in ValcamonicaVolontari  impegnati in una prova di soccorso
Una esercitazione della Protezione civile in ValcamonicaVolontari impegnati in una prova di soccorso

In questa primavera terribile e triste segnata dalla pandemia, la Protezione civile ha giocato un ruolo assistenziale chiave anche in Valcamonica, e anche alla luce di questo la Comunità montana sta accarezzando un sogno: quello di ottenere dalla Provincia la totale competenza su questo servizio essenziale. Il quadro attuale? Una novità è rappresentata dal recente accordo siglato dall’Asst Valle Camonica con la sezione camuna dell’Ana, che in attesa che i gruppi comunali di protezione civile ottengano il via dalla Regione prevede la presenza di volontari negli ospedali di Esine e di Edolo e dei Distretti sanitari. Sono chiamati ad assicurare percorsi di accesso sicurei garantendo anche il controllo della temperatura corporea degli utenti in entrata. Era stato Roberto Galli, coordinatore del G.I.Co.M., il gruppo di Protezione civile della Comunità montana, a scrivere pochi giorni fa ai sindaci dei Comuni sede dei Centri operativi misti, ai responsabili dei gruppi e ai presidenti delle associazioni per sensibilizzarli a svolgere il servizio di distanziamento sociale, chiedendo loro un ulteriore sforzo. E qualche volontario ha avuto da ridire sull’iniziativa sostenendo che si debba attendere il nulla osta di Regione e Provincia per agire. UN PROBLEMA che verrebbe superato se, come detto, la Comunità montana potesse gestire direttamente il settore sul proprio territorio potendo così far fronte autonomamente a qualsiasi emergenza: un’intenzione di cui l’assessore alla partita Massimo Maugeri e il presidente Alessandro Bonomelli hanno messo al corrente i sindaci, per poi avviare un confronto con Regione e Provincia mirato al trasferimento delle competenze. Attualmente, l’ente comprensoriale ha in capo solamente l’antincendio boschivo (su delega della Regione), mentre la protezione civile è di competenza della Provincia. •

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