Restauri,
la parrocchiale ha
bisogno di aiuto

di Claudia Venturelli
Un particolare della facciata scrostata della chiesaLa parrocchiale di Borno ha bisogno di cure
Un particolare della facciata scrostata della chiesaLa parrocchiale di Borno ha bisogno di cure
Un particolare della facciata scrostata della chiesaLa parrocchiale di Borno ha bisogno di cure
Un particolare della facciata scrostata della chiesaLa parrocchiale di Borno ha bisogno di cure

L’ultimo intervento risale a una trentina di anni fa e la parte più in basso ne beneficia ancora. Ma è quella che spicca verso il cielo ad aver subito di più gli effetti del tempo trascorso. Per notarlo basta alzare gli occhi. Così oggi la parrocchiale di Borno è al centro di un progetto di restauro che richiederà tempo e soldi, ma necessario per guardare al futuro con tranquillità. Ecco perché il parroco don Paolo Gregorini, arrivato solo un anno fa, ha già messo mano a quello che sembrava un sogno. Che invece sta diventando realtà: per renderlo ancora più concreto, domani sera alle 20.30 sono tutti chiamati a rapporto nella sala congressi. Insieme al parroco, l’ingegner Paolo Castelnovi e l’architetto Camilla Colla esporranno lo studio che ha portato al progetto da oltre 350mila euro per il restauro e la messa in sicurezza dell’edificio religioso che domina piazza Giovanni Paolo II. «Siamo a una fase di svolta - dice don Paolo -, abbiamo finito la parte più tecnica delle indagini e delle autorizzazioni e tra poco inizierà il cantiere. Vogliamo raccontare in cosa consiste e sensibilizzare tutti perché la parrocchiale è di tutti. Per questo abbiamo invitato le associazioni, i gruppi e la popolazione». La base per partire è stata garantita dalla Fondazione Cariplo che ha messo a disposizione del progetto di restauro 135mila euro provenienti da un fondo. Qualche risparmio lo metterà anche la parrocchia, «ma è necessario che tutti facciano uno sforzo». L’intervento è importante e la primavera potrebbe essere il momento giusto per partire: se la parte più in basso fa emergere solo qualche scrostatura, è la parte più in alto a preoccupare. LA FACCIATA manifesta evidenti i segni del tempo; ma non solo. L’indagine è andata più a fondo, scoprendo che «è necessario un intervento sul tetto, non tanto sulla copertura ma su alcune strutture di sostegno che si sono appoggiate sulle volte - continua il parroco - e poi bisogna considerare le facciate esterne, che sono il segno più evidente della necessità di un restauro. Il fondo Cariplo ci ha dato la tranquillità per partire, ma bisogna arrivare in fondo e i soldi che mancano sono ancora tanti». •

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