Rifugi, il letargo
è finito. Inizia la
nuova stagione

di Fausto Camerini
Il  rifugio Valdaione di Bienno è gestito dalla sezione del CaiIl rifugio degli Alpini  Passo Nota impreziosisce il  Parco Alto Garda
Il rifugio Valdaione di Bienno è gestito dalla sezione del CaiIl rifugio degli Alpini Passo Nota impreziosisce il Parco Alto Garda
Il  rifugio Valdaione di Bienno è gestito dalla sezione del CaiIl rifugio degli Alpini  Passo Nota impreziosisce il  Parco Alto Garda
Il rifugio Valdaione di Bienno è gestito dalla sezione del CaiIl rifugio degli Alpini Passo Nota impreziosisce il Parco Alto Garda

La bella stagione prova faticosamente a farsi largo tra le ondate di maltempo, e nonostante il clima invernale nei fine settimana sono sempre di più gli escursionisti e gli alpinisti che si incontrano sui sentieri delle nostre montagne. Un po’ impediti dalla neve che quest'anno è arrivata molto tardi e renderà poco percorribili (e a volte più pericolosi) parecchi sentieri in quota, almeno sino a luglio inoltrato. E, uno dopo l'altro, stanno aprendo i battenti tutti i rifugi. Meta della gita di un giorno o punto di partenza per successive ascensioni su roccia o su ghiaccio. O per tranquille gite familiari per far fare ai bambini (che spesso sono meno pigri di quanto credono gli adulti) la piacevole e istruttiva esperienza di una bella camminate in montagna. Oppure ancora punti tappa dei numerosi trekking che si intersecano gli uni con gli altri sulle nostre montagne: l'Alta Via dell'Adamello, l'Alta Via Camuna, il Sentiero 4 luglio, il Sentiero Antonioli, il trekking dei ghiacciai per non citare che i più importanti. Trekking che permettono di vivere settimane intere in mezzo alla natura, lontani da auto e inquinamento, posti dove i nostri polmoni possono respirare aria pura. I RIFUGI HANNO seguito dappertutto passo dopo passo la storia dell'alpinismo. I primi costruiti dal Cai, quelli privati sono arrivati dopo. E anche sulle montagne bresciane è andata così: da quel primo rifugio Salarno, poco più d'una spelonca sotto i sassi, si è arrivati oggi ad una cinquantina di strutture alcune delle quali più simili ad alberghi che a rifugi. Era il 1881; il posto, l'alta Val Salarno si rivelò infelice e quel tugurio di blocchi di granito veniva inghiottito ogni anno dalle slavine. E fu abbandonato. IL PRIMO RIFUGIO DELLE montagne bresciane ancora vivo e ben funzionante è il Tonolini, alla conca del Baitone che è lì (ristrutturato ed ampliato più volte) dal lontano 1891. Poi arrivarono tutti gli altri ma molto lentamente: negli anni settanta i rifugi bresciani superavano di poco la ventina. È stato con il boom dell'alpinismo e dell'escursionismo dagli anni 80 in poi che sono sorti un po' ovunque, sull'onda di una frequentazione della montagna che aumentava di anno in anno e una tipologia di escursionisti che reclamava più comodità. Non solo camminate o arrampicate nei dintorni dei rifugi. Anche quest'anno l'Assorifugi (l'associazione dei rifugisti della Lombardia) ha messo in cantiere le consuete iniziative per rendere più piacevole e culturalmente interessante la permanenza nei rifugi. Serate allietate dai canti dei cori alpini, interessanti conferenze sulla flora e la fauna, sulla geologia; sulla grande guerra, poi giornate dedicate alla degustazione dei prodotti locali delle nostre valli. UN RICCO PROGRAMMA che è in fase di completamento e che coinvolgerà i più importanti rifugi del bresciano e che potrà essere consultato al sito rifugi.lombardia.it. Infine il Girarifugi: un volumetto che viene stampato da qualche anno e che sono in molti a collezionare, sul volumetto si trovano numeri telefonici, sentieri e tempi di percorrenza, dislivelli, servizi offerti dal singolo rifugio, l'eventuale presenza d'un bivacco invernale, e soprattutto spazi su cui apporre il timbro del rifugio visitato con premi ad estrazione per chi frequenta più strutture. Pronti quindi a preparare zaino e scarponi e a progettare itinerari, senza dimenticare che in montagna la cosa più importante è la sicurezza e che i percorsi scelti devono essere alla nostra portata; altrimenti si rischia la non piacevole esperienza di diventare clienti del soccorso alpino. La speranza di tutti è che quest'anno la «stagione dei rifugi» sia proficua sia per gli appassionati che per i gestori; anche perché la frequentazione della montagna è un bel volano per l'economia delle nostre valli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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