Sci in sospeso, gli impiantisti non mollano

di Lino Febbrari
Nell’immagine di repertorio due appassionati alle prese con la pista Bleis Il raccordo delle piste del Tonale
Nell’immagine di repertorio due appassionati alle prese con la pista Bleis Il raccordo delle piste del Tonale
Nell’immagine di repertorio due appassionati alle prese con la pista Bleis Il raccordo delle piste del Tonale
Nell’immagine di repertorio due appassionati alle prese con la pista Bleis Il raccordo delle piste del Tonale

Sabato avrebbero dovuto riaprire gli impianti di risalita sul ghiacciaio del Presena, in splendida forma dopo le nevicate che si sono succedute in ottobre. Invece, seggiovie e cabinovie resteranno «congelate» in tutta Italia fino al 24 novembre, perché sono finite nel calderone dell’ultimo dpcm e devono sottostare a drastiche limitazioni d’orario e chiusure. L’avvio della stagione è quindi rinviato (non si sa a quando), ma le società impiantistiche dell’arco alpino, dal Piemonte al Friuli, non intendono arrendersi, e stanno cercando di condividere il protocollo al quale ha lavorato da luglio l’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef): un documento unitario da sottoporre al più presto ai governatori. «Speriamo che la conferenza delle regioni approvi il nostro protocollo - dice Alessandro Mottinelli, titolare col cugino Beppe Patti di Sinval, una delle tre società (le altre sono Sit e Carosello) che operano nel comprensorio Ponte di Legno Tonale) e referente Anef - che poi dovrà essere inviato per la valutazione al comitato tecnico scientifico. Stiamo correndo perché vogliamo che gli impianti aprano. Siamo consapevoli del fatto che legate a queste infrastrutture ci sono tutte le attività delle vallate alpine e appenniniche. Quindi, tanta gente che lavora che resterà a casa senza un’occupazione. Una responsabilità enorme che tutti noi cerchiamo di affrontare con il dovuto rispetto per le regole, perché questa sarà la priorità. Ma anche con la consapevolezza che in un modo o nell’altro dovremo aprire per non far morire la montagna». COSA prevede il protocollo? «Nulla di speciale se non le norme di buon senso che stiamo praticando da quando la pandemia si è diffusa, e che ormai sono diventate un’abitudine quotidiana: la distanza interpersonale, l’uso della mascherina e del gel igienizzante. Ovviamente, nelle cabinovie dovremo garantire l’areazione e la sanificazione più volte al giorno. Attueremo e faremo rispettare rigorosamente le regole». Pensate che vi diano semaforo verde? E soprattutto quando prevedete di aprire? «Difficile rispondere ora - sospira Mottinelli -. Di certo sarà una stagione difficilissima, segnata da tante incognite e problemi. E che si annuncia quasi del tutto priva di stranieri». •

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