Sci, ora i soldi non bastano più Niente laghetto per il Bassinale

di Domenico Benzoni
Montecampione L’ingresso di una della gallerie da sistemare sulla strada per il PlanUn altro dei tunnel malconci sui quali verranno dirottati i fondi per il laghetto del Bassinale
Montecampione L’ingresso di una della gallerie da sistemare sulla strada per il PlanUn altro dei tunnel malconci sui quali verranno dirottati i fondi per il laghetto del Bassinale
Montecampione L’ingresso di una della gallerie da sistemare sulla strada per il PlanUn altro dei tunnel malconci sui quali verranno dirottati i fondi per il laghetto del Bassinale
Montecampione L’ingresso di una della gallerie da sistemare sulla strada per il PlanUn altro dei tunnel malconci sui quali verranno dirottati i fondi per il laghetto del Bassinale

La sintesi estrema è che le gallerie hanno la meglio sul laghetto artificiale e sul futuro dello sci, ma a parziale giustificazione di una scelta difficile va detto che a prevalere è stata soprattutto la lievitazione dei prezzi. Spiegando meglio, a Montecampione l’aumento dei costi delle materie prime favorito dalle conseguenze della guerra in Ucraina costringerà a rinunciare ancora per un po’ al bacino del Bassinale; che dovrebbe servire anche per il turismo, ma soprattutto per un innevamento artificiale ormai fondamentale da queste parti e anche alle esigenze degli interventi sugli incendi boschivi L’opera, va ricordato, era stata inserita nell’accordo quadro per lo sviluppo territoriale della stazione turistica della bassa Valcamonica sottoscritto nel 2019 con la Regione, e stando al cronoprogramma iniziale avrebbe dovuto essere terminata nel 2021. Poi si è messa di traverso la pandemia costringendo a uno slittamento, e ora la crescita esponenziale dei prezzi ha fatto il resto. Già sulle asfaltature della strada del Plan l’onere degli extra costi si era fatto sentire, costringendo a rinunciare a qualche chilometro di nuovo manto bituminoso. Ora ne paga le conseguenze anche la «pozza» di Bassinale. Secondo il piano economico del programma d’azione l’invaso doveva costare 820.932 euro ripartiti tra Regione (383.375) Comunità montana della Valcamonica (232.323) e Comune di Artogne (205.233). L’indagine geologica affidata dal Comune ha però ipotizzato costi quasi doppi e stando a quanto chiesto dall’amministrazione comunale al Palazzo Lombardia. Così i soldi inutilizzati per il Bassinale li si vorrebbe spalmare sui lotti che prevedono la sistemazione delle gallerie che portano al Plan, proprio per far fronte al boom dei prezzi ed evitare che anche questi cantieri vengano lasciati a metà. Proprio a proposito della sistemazione delle tre gallerie, il mese scorso sono stati approvati i progetti definitivi, considerando che la Regione aveva concesso una proroga fino a dicembre 2023 per concludere i lavori dell’accordo quadro. «Per il finanziamento del bacino dovremo cercare un’altra strada» ammette la sindaca di Artogne Barbara Bonicelli. Niente serbatoio per il rilancio del settore sciistico di Montecampione, insomma: l’ampliamento della rete di innevamento artificiale resta in sospeso. Nel testo dell’accordo la costruzione del bacino era definita come un’«opera da considerare strategica per le sue molteplici peculiarità che la rendono fruibile tutto l’anno», proprio grazie alle sue funzioni paesaggistiche e turistico ricreative, oltre che per le ricadute nella lotta agli incendi boschivi. Se nel testo non si parla mai di servizio all’innevamento artificiale si sa che questa funzione era tra le opzioni. Insomma: al comparto sciistico non rimane che attendere tempi economicamente migliori.•.

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