Sconto di pena all’ex parroco

di P.CITT.
In tribunale a Brescia il giudizio d’appello per don Angelo Blanchetti
In tribunale a Brescia il giudizio d’appello per don Angelo Blanchetti
In tribunale a Brescia il giudizio d’appello per don Angelo Blanchetti
In tribunale a Brescia il giudizio d’appello per don Angelo Blanchetti

La corte pur assolvendolo da uno degli episodi contentati ha di fatto mantenuto inalterata la sentenza del precedente processo, condannando a 4 anni e 8 mesi di reclusione don Angelo Blanchetti, l'ex parroco di Corna di Darfo e Bessimo arrestato nell'estate di quattro anni fa con l'accusa di avere avuto rapporti sessuali con un ragazzino che si recava da lui in canonica per seguire un percorso di avvicinamento al battesimo. Si è chiuso così ieri il processo bis a carico del sacerdote ai domiciliari da allora. In primo grado don Blanchetti era stato condannato a cinque anni di reclusione, pena confermata anche nel processo di appello. La Cassazione aveva però annullato la sentenza dei giudici di secondo grado restituendo gli atti alla Corte di appello di Brescia affinché celebrasse un nuovo processo, quello che ieri si è concluso con il piccolo sconto di pena. Il ragazzino, dopo la perizia disposta dalla Corte e discussa nel corso dell'udienza di fine ottobre, è stato ritenuto capace di testimoniare e il suo racconto è stato ritenuto credibile dai giudici di secondo. «Attendiamo le motivazioni (entro sessanta giorni saranno depositate) prima di prendere decisioni, ma la strada è quella di tornare in Cassazione», osserva l'avvocato Paolo Botticini, il legale dell'ex parroco camuno. A fare scoppiare il caso nel giugno del 2016 era stato il ragazzino, allora quattordicenne, che al pastore della Chiesa evangelica di Milano che frequentavano i genitori aveva raccontato di quel che accadeva nella canonica. Agli inquirenti il ragazzino, a lui è già stato riconosciuto un sostanzioso risarcimento, aveva poi raccontato della presenza nella cassaforte del parroco di lubrificanti e preservativi che vennero poi trovati dai carabinieri al momento dell’arresto. •

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