Si lavora al gelo per fermare la Val Rabbia

di Lino Febbrari
L’accesso al sito di scavoSi lavora alla rimozione dei detriti trasportati dalla Val Rabbia
L’accesso al sito di scavoSi lavora alla rimozione dei detriti trasportati dalla Val Rabbia
L’accesso al sito di scavoSi lavora alla rimozione dei detriti trasportati dalla Val Rabbia
L’accesso al sito di scavoSi lavora alla rimozione dei detriti trasportati dalla Val Rabbia

Dopo la breve pausa natalizia, escavatori, camion e operai hanno ripreso a muoversi nel vasto cantiere di Sonico, alla foce della Val Rabbia e nel letto dell’Oglio, dove lo scorso 28 agosto il torrente che percorre l’impervia vallata alle spalle della frazione di Rino aveva riversato circa 300 mila metri cubi di materiale: la seconda colata di enormi dimensioni dopo quella di fine luglio del 2012 (400/500 mila metri cubi) che aveva provocato pesanti devastazioni quasi fino a Malonno, e che si era portata via anche il ponte all’ingresso dell’abitato. In quest’ultima occasione i danni sono stati molto più limitati, grazie soprattutto alle opere di difesa portate a termine nel 2015 con investimenti onerosi da parte della Regione e della Comunità montana. Ricordiamo che anche lo scorso settembre, per far fronte all’emergenza il Pirellone ha finanziato un pronto intervento di 650 mila euro affidando al Comune di Sonico il compito di appaltare e gestire le opere per lo svaso del fiume nella zona sottostante la località Tre Archi. Per far decollare il cantiere, in autunno è stato necessario trovare un accordo con i privati sui cui terreni, estesi per circa 40 mila metri quadrati e poco distanti dall’incrocio dei due corsi d’acqua, alla fine dell’intervento verranno spostati circa 130mila metri cubi di massi, ghiaia e terra. I mezzi meccanici sono entrati in azione dopo il taglio della vegetazione effettuato dai boscaioli del Consorzio forestale Alta Vallecamonica, e quella in atto è solo la prima fase di un piano di ripristino più articolato che prevede la rimozione di tutto il materiale ghiaioso, e che per essere completato attende un altro finanziamento regionale (forse entro l’estate). L’APPALTO aperto dal Comune è stato vinto da un’impresa della Basilicata che prima del fermo natalizio, in poco più di tre settimane è riuscita a spostare oltre 25 mila metri cubi di massi, ghiaia e terra. Se tutto filerà liscio, entro la fine di febbraio anche gli altri poco più di centomila metri cubi verranno riposizionati nel sito tra la sponda destra del torrente e quella sinistra dell’Oglio. Completato il primo lotto, nella vasca di espansione realizzata dopo il disastro del 2012 e destinata a trattenere le colate detritiche, ne resteranno circa altri 200 mila che, come detto, verranno rimossi quando il Comune avrà il secondo contributo. Sempre lungo l’asta del Rabbia, 500 metri più a monte sono in fase di ultimazione le opere per la ricostruzione del tratto di argine eroso a fine agosto (altri 190 mila euro): una protezione per il metanodotto in alta pressione posizionato nel fondo del torrente, in prossimità del nuovo ponte di Rino. •

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